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Namibia in bilico nel 31° dall’indipendenza.. di Giannino Ruzza

Tempo di lettura: 2 minuti

La Namibia festeggia il 31° anniversario dall’indipendenza, ma l’umore dei namibiani è tutt’altro che festoso. Un sondaggio del 2019 condotto da Afro Barometer, la rete di ricerca africana indipendente, ha mostrato una significativa perdita di fiducia nella governance del paese. Il 2020 è stato definito “un anno come nessun altro” dall’indipendenza raggiunta nel 1990, poiché la pandemia ha aggravato gli effetti di una prolungata recessione iniziata nel 2016. A ciò si sono aggiunti scandali finanziari e l’arricchimento incontrollato delle élite. Un declino socio economico, coinciso con la perdita del potere di SWAPO (South West Africa People’s Organization) che dopo l’indipendenza aveva vinto a mani basse le elezioni nel paese. Come altri precedenti movimenti di liberazione, la sua legittimità era incentrata sull’idea che i cittadini dovessero lealtà incondizionata al partito in cambio della liberazione. Dal 2015 è diventato sempre più chiaro che SWAPO stava perdendo fascino tra le giovani generazioni mentre la lotta per la liberazione era ormai storia passata. Una spirale al ribasso visto l’andamento delle elezioni del 2019 e del 2020 che registrano un forte calo del sostegno all’ex movimento di liberazione. L’Assemblea nazionale e le elezioni presidenziali del novembre 2019 hanno segnato una svolta. I voti dell’Assemblea nazionale del 2014 di SWAPO (80%) sono scesi all’attuale 66%. Per la prima volta dal 1995, non detiene più la maggioranza dei due terzi del Parlamento. I beneficiari sono stati il ​​Movimento Democratico Popolare e il nuovo Movimento dei Senza Terra, giunto terzo. Il presidente Hage Geingob è stato rieletto per un secondo (e ultimo) mandato con solo il 57% dei voti, contro l’88% del 2014, mettendo in evidenza le lotte intestine per il potere. Nello scacchiere politico solo la tradizionale roccaforte SWAPO nella regione settentrionale regge, limitando i danni, mentre altrove i risultati sono impietosi, dato che mantiene il controllo solo su 20 dei 52 consigli locali che aveva precedentemente. La maggior parte dei centri urbani, compresa la capitale Windhoek, è stata appannaggio di altri partiti o coalizioni. I principali vincitori sono stati gli Independent Patriots for lhange e il Landless People’s Movement. Con l’economia in bilico la Namibia ha registrato tassi di crescita economica annua del 6% fino al 2015. Ma le crisi economiche globali e le economie limitrofe in difficoltà (Angola e Sud Africa) in combinazione con una siccità duratura, hanno creato gravi battute d’arresto. Dal 2016 la Namibia è in recessione.  Con la ricchezza distribuita tutt’altro che equamente le disuguaglianze rimangono su proporzioni sbalorditive. Secondo l’ultimo rapporto sullo sviluppo umano delle Nazioni Unite, oltre la metà dei namibiani occupati guadagna meno di 95 dollari al mese, mentre l’economia è regredita dell’8% riportandosi sui livelli del 2013. Gli economisti presumono che un ritorno al livello del 2015 non sarà raggiunto prima del 2024. L’agenzia di rating Moody’s ha declassato la Namibia allo “status di spazzatura” nell’agosto 2017. Da allora, nel dicembre 2020, la Namibia è scesa di tre tacche sotto la spazzatura e si profila all’orizzonte un ulteriore downgrade. La corruzione in Namibia impera, scossa dallo scandalo sulle quote di pesca nel novembre 2019 che ha coinvolto due ministri e vari funzionari di spicco a capo di imprese statali, incarcerati e in attesa di giudizio. “Il presidente Geingob, invece di affrontare la questione direttamente – ha detto Henning Melber, membro Swapo dal 1974 – ha deciso di adottare un approccio evasivo, dichiarando il 2020 un anno di introspezione”. Intanto la popolazione sempre più infuriata assiste a continui insabbiamenti e dinieghi a procedere contro corrotti e corruttori. Lo stesso rapporto interno, commissionato dal governo, su loschi accordi da parte della società statale per il commercio di diamanti Namdia, è tuttora insabbiato da quando è stato presentato al presidente Geingob nel 2018. Air Namibia, idem. Altra impresa di proprietà statale diventata un fiore all’occhiello della pessima gestione statale. La compagnia di bandiera ha utilizzato sussidi e salvataggi statali mentre accumulava enormi passività, culminata con il collasso economico registrato lo scorso mese di febbraio. Con la cultura politica namibiana allo sbando in Parlamento si assiste sempre più spesso a scontri fisici, insulti e continue osservazioni sessiste. Nei giorni prima dell’indipendenza della Namibia, il 21 marzo 1990, una poesia scritta su un muro chiedeva: “Ora che il Namib canta e le lacrime del bambino Katatura spazzate via, chi manterrà il fuoco acceso?”. Dopo 31 anni di indipendenza, la risposta, amico mio, corre nel vento, cantava nel ‘62 Bob Dylan.

 

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4 commenti su “Namibia in bilico nel 31° dall’indipendenza.. di Giannino Ruzza”

  1. Tonino Spinello

    “A ciò si sono aggiunti scandali finanziari e l’arricchimento incontrollato delle élite”.
    Dott. Ruzza, di quale élite parla? Quelle che penso io o altre?

  2. Tonino Spinello

    Strana la coincidenza con le assoluzioni sul caso Nigeria: assolti Descalzi, Scaroni, Eni e Shell perché il fatto non sussiste. Erano accusati della più grande tangente Italiana, qualcosa come 1,1 Miliardi. Strano anche che le tv non ne hanno parlato nei loro show, il che mi preoccupa e mi fa pensare. Non dimentichiamo che il processo dura da circa 11 anni, e i problemi in Nimibia sono iniziati guarda caso in quel periodo. Ci potrebbe essere un nesso con diamanti, oro e petrolio?
    Altro che bacco, tabacco e venere!

  3. Signor Spinello, dia un’occhiatina ai personaggi nella foto….è solo una piccola porzione degli interessi che circolano in Namibia. Per quanto concerne la Nigeria, stendiamo un velo pietoso. Per i grandi istituti bancari si usa dire: troppo grandi per fallire. In questo caso invece diciamo “troppo grandi per essere condannati”. Si metta il cuore in pace e faccia il tifo per il Milan. La saluto cordialmente.

  4. Tonino Spinello

    Peccato che sono Interista, (senza affetto ormai), visto che i Cinesi usano il club per riciclare i loro soldi! Non penso per amore di questo sport.
    Buona giornata

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