Riportiamo il racconto di uno dei vaccinato a Scicli, pubblicato sul quotidiano La Sicilia
“C’è stato un passaparola che mi ha portato a presentarmi, spontaneamente, in ospedale, quindi in una struttura pubblica, con tanta gente presente, ho firmato anche dei documenti di fronte a medici e infermieri, e mi è stato detto che ‘altrimenti il vaccino lo avrebbero buttato nell’immondizia’”. Inizia così il racconto di Luca (il nome è di fantasia), una delle persone che nelle scorse settimane ha ricevuto il vaccino contro il Sars-Cov-2 pur non avendone diritto. Ci contatta per raccontare le modalità che lo hanno portato, di fatto, a saltare la fila e ricevere la propria somministrazione diversi mesi prima del previsto. Luca infatti, è un 48enne in buona salute e non svolge un lavoro considerato “prioritario”. “Sono stato chiamato col passaparola da altri e se viene fuori il mio nome, anche se lo sanno ormai in molti, potrebbero entrare in ballo anche queste altre persone, ma la mia testimonianza vi prego di pubblicarla. Sembrerebbe un controsenso chiedere l’anonimato avendo agito in buona fede ma, ripeto, lo faccio solo per rispetto nei confronti degli altri, ad ogni modo sono pronto ad offrire la mia testimonianza ai Nas, mentre voi avete dei miei vocali registrati. Ho fatto il vaccino il giorno dell’Epifania all’ospedale Busacca di Scicli. Chi era lì e non era parente o amico di qualcuno, davvero non aveva la minima contezza di illegalità, ma solo di una grande disorganizzazione. Tanto che lo stesso personale sanitario, che aggiornava continuamente i tempi d’attesa e il numero di dosi disponibili, invitava le persone a tornare nei giorni successivi perché in questo modo si sarebbero potuti organizzare meglio. Non sapevo nemmeno dove si trovava l’ospedale (vivo e lavoro a Ragusa). Una volta arrivato ho capito che la somministrazione si faceva nel primo immobile a sinistra, lì c’era tanta gente in fila. Prima mi sono allontanato perché c’era davvero tanto assembramento, poi mi sono riavvicinato quando una infermiera ci ha dato un modulo, dove ho messo tutti i miei dati lasciando ovviamente in bianco la parte dove si evinceva che ero un appartenente al personale sanitario, dal momento che appunto svolgo tutt’altra professione. A un certo punto una donna ha chiesto se il giorno dopo poteva tornare solo il personale sanitario oppure tutti, e ci hanno proprio risposto che potevano tornare tutti. Io comunque sono rimasto e sono entrato uno degli ultimi, c’erano degli infermieri che mi hanno misurato la febbre, hanno consegnato il foglio a un medico, quindi la dottoressa ha letto quello che avevo scritto, mi ha fatto delle domande e mi hanno fatto il vaccino. La dottoressa mi ha dato un altro documento con il mio nome, la data di somministrazione del vaccino, il numero del lotto e relativa scadenza (aprile 2021) e la data per il richiamo. Sono stato quindi fatto accomodare in un’altra sala insieme ad altre persone dove sono rimasto sotto osservazione per circa un quarto d’ora, quindi sono uscito facendo a mia volta il giro delle telefonate per avvertire che c’era la possibilità di fare il vaccino ma avvertendo che c’era tantissimo assembramento. La cosa che mi aveva convinto, tra l’altro, era il pensiero che se tutto questo fosse stato illegittimo, medici e infermieri avrebbero rischiato per un signor nessuno come me? Però magari, ma questa è una mia riflessione della quale non posso mai essere certo, è il fatto che abbiano inserito dei signor nessuno proprio perché c’erano tanti parenti e amici. Ma di questo, ad ogni modo, non posso esserne certo. Tanto più che ho capito solo nei giorni successivi, quando sono iniziate ad uscire le notizie, che non si era trattato di una cosa che restava esattamente nei binari della legalità. Io però, ripeto, quando mi sono trovato là, non ho avuto contezza di furberia e illegalità, quello che appariva chiaro era la disorganizzazione. Sentire dire che tutte le persone che erano lì avevano contezza che non dovevano essere lì, fa male perché non è vero”.
Michele Farinaccio
4 commenti su “Racconto di un vaccinato a Scicli..di Michele Farinaccio”
il Paese dei cachi
Grazie..a questa Gentile ed Altruista…Persona. Ne’ abbiamo vera necessita’ . Grazie di nuovo ed Auguri.
Ma, Michele Farinaccio è colui che ha scritto la lettera e che avrebbe dovuto chiamarsi Luca, nome di fantasia?
A me non sembra una testimonianza spontanea ma fatta sotto richiesta di qualcuno che lo ha appunto chiesto al signor Luca o per amicizia o per favore o dietro compenso.