“Nonostante le reiterate segnalazioni inoltrate attraverso nostre ufficiali comunicazioni al Comune di Ragusa, le imprese che hanno in appalto la gestione dei servizi cimiteriali e degli stalli a pagamento, stanno continuando a gestire il personale come meglio ritengono, infischiandosene di eventuali diffide comminate da palazzo dell’Aquila. Ma è mai possibile che in questo ente locale territoriale, a differenza di quanto accade altrove in Italia, chi ha in appalto determinati servizi possa decidere di comportarsi come meglio ritiene con il personale senza alcun tipo di remora?”. Sono la Fisascat Cisl e la Ugl terziario Ragusa, rispettivamente rappresentate dai segretari territoriali Salvatore Scannavino e Giuseppe Cappello, ad evidenziare la gravità della situazione, chiarendo che “pur a fronte del fatto che queste imprese continuano a lavorare, visto che i servizi non hanno subito alcuna contrazione e sospensione (tranne nel periodo di lockdown per la sosta a pagamento), la collocazione in cassa integrazione di parte del personale stona in maniera vistosa con quelle che dovrebbero essere pratiche corrette e non procedure anomale. I servizi, infatti, risultano essere funzionanti e non si capisce quale il senso di una collocazione in Cig quando, invece, i lavoratori dovrebbero essere regolarmente in attività. Abbiamo sollecitato un intervento dell’Amministrazione comunale ma finora, a parte una sanzione predisposta per la ditta che gestisce i servizi cimiteriali, nessun altro provvedimento è stato assunto. E si badi bene che già da mesi segnaliamo queste anomalie senza che, però, l’amministrazione comunale abbia ritenuto opportuno intervenire in maniera forte e decisa. Ecco perché chiediamo lumi al sindaco, agli assessori competenti, ai dirigenti di settore, visto che non ci sono state risposte, visto che continuano a perpetrarsi queste illegittimità, visto che non si comprende come le aziende che hanno in gestione determinati servizi possano fare tutto quello che vogliono: intendiamo capire come si intende procedere per limitare questa penalizzazione nei confronti dei lavoratori che per noi, come sindacato, risulta essere inaccettabile oltre che mortificante della dignità personale”.
