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Consorzio Cioccolato modicano al Workshop Rete rurale nazionale

Tempo di lettura: 2 minuti

Il Direttore del Consorzio di Tutela del Cioccolato di Modica IGP, Nino Scivoletto ha partecipato al Workshop digitale “Le Indicazioni Geografiche strumento di sviluppo del territorio: buone prassi per cogliere le sfide del post 2020” , organizzato da RETE RURALE NAZIONALE – Ismea, Fondazione Qualivita e CNA.
Scivoletto ha trattato il tema “Il Primato Europeo Del Cioccolato Di Modica Igp Tra Tradizione E Innovazione”.
In 16 Slide Scivoletto ha ripercorso la storia del percorso IGP , dal 2010, anno della modifica del regolamento comunitario , con l’inserimento del cioccolato fra i prodotti ammissibili a tutela, al 2014 anno di pubblicazione della ricerca archivistica condotta da Grazia Dormiente e che ha dato certezza anagrafica al prodotto fissandone la nascita nel 1746 , e il 2018 anno di iscrizione del Cioccolato di Modica nel Registro Europeo delle IGP.
La buona pratica del Consorzio del cioccolato si è basata essenzialmente su:
Rapporto di collaborazione delle imprese produttrici, fin dalla fase della definizione del disciplinare di Produzione, assistite dalla CNA Alimentare, Organizzazione di riferimento, presieduta dal Maestro Cioccolatiere Mirco Della Vecchia, ed egregiamente diretta da Gabriele Rotini.
Rapporto con le Istituzioni locali, Regione e CCIAA del Sud Est, privilegiato il rapporto con il comune di Modica, portatore di un grande e speciale interesse per la ricaduta nel territorio di tutte le azioni di marketing attuate in collaborazione e d’intesa con il Sindaco Abbate che ha direttamente seguito l’iter dell’IGP.
Rapporto con le Istituzioni Nazionali (Mipaaf) e Comunitarie( Commissione Europea) improntato alla massima collaborazione tanto da bruciare le tappe : 2018 deposito dossier al Mipaaf, 2018 Iscrizione nel Registro europeo.
Ma le buone pratiche hanno riguardato la selezione di un Organismo di Controllo – CSQA, assai rigoroso , capace quindi di assicurare un idoneo ed eccellente controllo della qualità;
La scelta di una collaborazione attiva con la Fondazione Qualivita e con il suo Direttore Generale Mauro Rosati , che ha assistito amorevolmente il Consorzio, indicando la via per la sperimentazione del primo Passaporto Digitale applicato ad un prodotto Food, coinvolgendo il Poligrafico e Zecca dello Stato, il quale si è fatto carico di elaborare un contrassegno speciale, applicato dalle imprese su ogni singola barretta, attivabile attraverso la scansione mediante l’APP Trust Your Food, anch’essa opera dell’IPZS, che consente al consumatore di controllare: Tracciabilità, Prodotto, Produttore e Consorzio
Un percorso virtuoso premiato dal Ministero dello Sviluppo Economico che ha voluto dedicare al Cioccolato di Modica IGP, un francobollo; un francobollo anch’esso unico, dotato di un QRcode, attraverso il quale si attiva un video, realizzato dal Poligrafico, che promuove Modica e il suo cioccolato.
La slide finale è stata da Scivoletto dedicata alla dedica apposta nel registro d’onore del Museo del cioccolato, dal Presidente della Rai Marcello Foa “Anche da “svizzero” devo arrendermi: il cioccolato di Modica è unico, irresistibile, una vera delizia del palato! Che esperienza divina! Grazie di cuore e tanti auguri di crescenti successi in tutto il mondo!”

Il Workshop, coordinato da Fabio del Bravo dell’ISMEA, ha visto, inoltre la partecipazione, quali relatori di : Mauro Rosati – Qualivita; Enrico Bonetti – Università della Campania; Carlo Hausmann – Agrocamera; Gennaro Giliberti – Regione Toscana; Pier Maria Saccani – DG Mozzarella di Bufala Campana Dop; Elena Albertini – Arancia Rossa di Sicilia IGP; Rosario Amato – Cantine Amato

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6 commenti su “Consorzio Cioccolato modicano al Workshop Rete rurale nazionale”

  1. Insomma, un cioccolato di Modica che alla data del 1746 è solo una falsa costruzione ad uso e consumo, masse di cioccolato acquistate da Icam e altri produttori stranieri, che delocalizzano la produzione nei posti più sperduti della terra e solo poi zuccherate e aromatizzate a Modica, un Consorzio di Tutela che è solo un’associazione tra imprenditori, perchè a due anni dal riconoscimento IGP non è stato ancora riconosciuto dal Ministero delle politiche Agricole; ma in tutta questa storia del cioccolato di Modica cosa c’è alla fine di autentico, di vero?
    file:///C:/Users/Utente/Downloads/Consorzi_Agroalimentari_incaricati_21.09.2020.pdf

  2. Tonino Spinello

    Alcibiade,
    Sull’hi tech era una battuta affettuosa.
    Questo però non glielo lascio dire se non conosce le cose. Se il cioccolato è IGP, (Identificazione Geografica Protetta) è perchè la materia prima non è autoctona sennò sarebbe un cioccolato DOP (Denominazione Origine Protetta). Quindi le fave di cacao prodotte vengono dai paesi ove si produce cacao: Equador, Messico, Rep. Dominicana. Ghana ecc… Le fave di cacao vengono processate in Italia o in Europa da prestigiose aziende come la Icam, Callebaut Van Hauten ecc… Al Consorzio di tutela va il rimprovero invece di non avere creato un laboratorio dove si processassero le fave di cacao invece di inseguire la tecnologia sulle barrette o apporre francobolli nelle lettere. Per quanto riguarda la storia del Cioccolato di Modica, parlano i documenti rinvenuti nell’archivio di stato e l’ultima data dove si evince la produzione del cioccolato a Modica è datato 1746. Tutto questo grazie alla Dott.ssa Alessi e alla Dott,ssa Dormiente. Le leggende degli Atztechi, Maya, in effetti è una forzatura anche se non tanto, ma che il cioccolato arriva in Europa ed in Sicilia, risale al dominio Spagnolo, quindi parliamo del 1600 circa. Poi si può discutere di tante altre cose!

  3. Non se ne può più . . .

    @ TUTTI :
    La disputa ebbe inizio per una foto di copertina , eliminata da una brochure dell’evento EuroChocolate 2005 .
    Al fine di mediare tra i cioccolatieri ed il Patron dell’evento Guarducci , l’allora sindaco Torchi propose di sostituire la foto di copertina con altra foto (15 marzo 2005 h 11.45) .
    Questo porto all’uscita dal CTCM dei Bonajuto , che da subito iniziarono un’accanito contrasto su tutti i campi .
    E fu guerra senza esclusione di colpi , al limite del penale . . . e non è finita !

  4. Per Spinello, purtroppo è lei che non conosce veramente i fatti e la storia. Icam produce la massa di cacao, quella che i cioccolatieri modicani importano e mescolano con zucchero e aromi, in Uganda, le consiglio di leggere (https://www.icamprofessionale.com/it/catalogo-prodotti/cioccolato/fondente-di-copertura/prodotti/fondente-monorigine-uganda/). Le dirò di più, a Modica vi sono, in verità, due o tre produttori che macinano fave di cacao e quindi importano direttamente le fave e fanno sul serio “cioccolato di Modica”, il resto sono solo “miscelatori”. Per quanto riguarda la storia, ovvero la falsa storia del 1746, i documenti d’archivio invece dicono tutt’altro e cioè che quello della Dormiente è purtroppo, un abbaglio colossale, perchè gli stessi documenti, direi risibili, che la stessa ha produce, dicono altro. Poi vi sono altri studiosi modicani che hanno dimostrato questo e altro e cioè che a Modica nel 1746 il cioccolato nemmeno sapevano dove stava di casa e lo importavano invece da Palermo. Se si vuole documentare sul serio basta che vada in archivio a Modica e trova tutto e scoprirà la grande sciocchezza che è stata raccontata al mondo intero e cioè che un carbonaro, un certo Giuseppe Scivoletto faceva cioccolato a Modica, perchè questo stanno ancora oggi raccontando. Mentono sapendo di mentire? Non le saprei dire altro. Vada in archivio storico e si documenti, semplice.

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