
Il procuratore generale del Venezuela oggi ha fatto arrestare Juan Guaidò coordinatore del partito Voluntad Popular, con l’accusa di cospirazione e finanziamento del terrorismo volti a destabilizzare il Paese. L’arresto di Guaidò segue l’arresto eseguito lunedì scorso del giornalista Roland Carreño, per “presunti piani cospiratori contro la pace democratica”. Lunedì pomeriggio, secondo Voluntar Popolar, è stato avvicinato e scaraventato da sconosciuti a bordo di un Suv privo di identificazione. Da indiscrezione trapelate le attività illegali di Carreño, sarebbero state denunciate da un suo stretto collaboratore. Al momento dell’arresto gli agenti dei servizi segreti hanno trovato all’interno dell’auto di Carreño, una valigetta con all’interno un AM-15, con matricola abrasa, 12 mila dollari e documenti con elenchi di persone e una mappa con percorsi dettagliati verso la Colombia. “È chiaro che Carreño era incaricato di distribuire denaro con cui finanziare gruppi che cercano di far precipitare il Venezuela nel conflitto”, ha detto il procuratore. Il giornalista è apparso davanti al tribunale di Caracas con l’accusa di cospirazione. traffico illecito di armi da guerra e finanziamento del terrorismo. Il pubblico ministero ha detto che i soldi che Carreño trasportava provenivano dalla Fondazione Simón Bolívar, dalla società Citgo, una controllata statunitense della Petróleos de Venezuela di proprietà statale. Dal 2019 Citgo è controllata dall’opposizione venezuelana. L’arresto di Carreño si è verificato dopo che Leopoldo López, leader del Testamento Popular all’opposizione, nel fine settimana ha lasciato la residenza dell’ambasciatore spagnolo a Caracas che lo stava ospitando dall’aprile 2019, dopo essere riuscito a scappare dagli arresti domiciliari. López domenica scorsa in maniera rocambolesca, è riuscito ad atterrare a Madrid per unirsi alla famiglia.
Guaidò:
Donald Trump nel 2019 aveva riconosciuto Guaidó come legittimo presidente del Venezuela assieme ai governi di Argentina, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Ecuador, Paraguay e Perù, unitamente all’Organizzazione degli stati americani, che hanno confermato il loro appoggio all’attivista venezuelano. Solo il Messico, la Bolivia e Cuba hanno ribadito il loro sostegno al governo Maduro.