
Tensione in India dopo l’approvazione di tre controversi progetti di legge sull’agricoltura. A protestare in piazza a livello nazionale sono i piccoli produttori che con il nuovo decreto si vedranno ridurre il loro potere contrattuale che consentirà ai grandi commercianti di fare il bello e cattivo tempo in fatto di prezzi e controllo della pianificazione. Le organizzazioni degli agricoltori affermano che le leggi approvate potrebbero impedire al governo di acquistare grano a prezzi garantiti, una mossa che perturberebbe i mercati all’ingrosso che finora hanno assicurato pagamenti equi e tempestivi agli agricoltori. In base alla legge sul commercio dei prodotti agricoli approvata dal Parlamento, i produttori possono d’ora in poi vendere i loro prodotti direttamente ad acquirenti istituzionali come grandi commercianti e dettaglianti. Si dà il caso, però, che l’85% degli agricoltori indiani siano poveri dato che pro capite possiedono meno di due ettari di terreno, quindi incontreranno di sicuro grandi difficoltà a negoziare direttamente con i grandi acquirenti. Una soluzione potrebbe essere la costituzione di cooperative mettendo in comune estensioni di territorio, attrezzature e macchinari, come avviene in tante paesi al mondo. Nel frattempo, compiendo una mossa politica strategica, il primo ministro Narenda Modi è andato in visita nel Punjab (uno dei due stati considerati i panieri dell’India) a parlare e a far recepire il nuovo decreto legge agli agricoltori locali, accaparrandosi così un alleato politico che rappresenta per lui un importante bacino elettorale.