A quattro settimane dal voto delle elezioni presidenziali americane dare per scontato che tutto finirà liscio, è a dir poco un eufemismo. Elezioni che si preannunciano al cardiopalmo con i timori tutti concentrati sul dopo voto. Una transizione, viste anche come sono andate le cose tra Joe Biden e Donald Trump nel primo incontro-scontro dei giorni scorsi a Cleveland, per nulla semplice che non promette nulla di buono. Il rischio, da mettere in preventivo è che potrebbe scatenarsi il panico, con scenari apocalittici. La popolazione, imbeccata dall’ipotetico perdente, che scende in strada a Washington disposta a tutto, pur di impedire l’investitura dell’avversario. L’eventualità che questo possa succedere, alla luce del rovente dibattito intercorso tra i due contendenti alla Casa Bianca, appare un rischio piuttosto concreto. Così come concreto potrebbe apparire l’intervento dell’esercito, richiesto da Trump per fermare i disordini. Un risultato contestato tra due attori: lo sfidante perdente e un tycoon imbizzarrito, poco propenso a cedere la poltrona allo sfidante democratico. Quello che Trump in campagna elettorale ha sempre contestato, sono le votazioni per corrispondenza (sono 80 milioni gli americani che voteranno per posta) chieste a gran cassa dai democratici per le ovvie difficoltà e limitazioni imposte dalla pandemia. Trump ha sempre parlato del rischio concreto di brogli, di possibili manipolazioni, rispetto al voto alle urne, in grado di determinare l’esito finale. Altra ipotesi plausibile è che il voto contestato porterebbe allo stallo della politica per diverso tempo con rischi annessi e connessi. L’attuale lenta e incostante ripresa economica americana subirebbe un’ulteriore colpo basso che metterebbe in apprensione non solo la ripresa economica del Paese, ma anche quella mondiale. Stati Uniti divisi dalle proteste razziali dopo la morte dell’afroamericano George Floyd e dalla scelta del Presidente uscente di nominare di gran carriera, l’ultra cattolica A. Coney Barrett, giudice alla Corte Suprema. Tutto questo accade nel pieno della pandemia che ha contagiato oltre 7 milioni di persone e fatto 200 mila morti. E non diamo tanto retta a quello che ci propinano in questi giorni le società di consulenza americane visto che le loro indicazioni, riferite alle prossime elezioni americane, sono viziate dal campo di appartenenza a una delle due parti in causa, o vincolate da motivazioni ideologiche. Appreso che Donald Trump è risultato positivo, assieme alla moglie Melania, al test coronavirus, la notizia ha allertato anche lo sfidante Joe Biden che intende al più presto sottoporsi al test di verifica. Nel frattempo, noi, cercheremo di rimanere sul pezzo in attesa delle prossime (se ci saranno) bagarre elettorali.
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9 commenti su “I rischi post voto negli Usa…….di Giannino Ruzza”
Dott. Ruzza,
In attesa della prossima bagarre tra i due, mi piacerebbe sapere il suo parere (se può senza reticenza) sul fatto che un presidente degli Stati Uniti in un momento cosi difficile, che ha tanto a cui pensare, mandi il suo braccio destro al vaticano. Cosa le fa pensare? Di cosa ci dobbiamo preoccupare? Cosa c’è che non “dobbiamo” sapere?
Non mi interessa l’incontro con il ragazzino, quello è un dovere istituzionale, solo formalità.
Ci dobbiamo preoccupare delle mire espansionistiche e imperialistiche della Repubblica Popolare cinese, favorite anche dalle aperture che il Vaticano sembra concedere in cambio della evangelizzazione. Secondo il principio del “do ut des” evangelizzazione in cambio di un atteggiamento conciliante che l’America non approva. Pompeo è andato a ribadire proprio questo. Mentre, u picciriddu, ha firmato il memorandum con la Cina.
Era quello che speravo dicesse! Si può tanto discutere e approfondire sull’evangelizzazione…. se l’America non approva qualcosa significherà! Non credo che a Trump interessi se il Vaticano aumenta gli adepti.
Grazie per avermi risposto!
Certo, evitiamo l’invasione cinese : ci basta quella americana!
Dicevano i miei nonni: senza l’arrivo degli americani saremmo ancora qui a combattere i pidocchi. Gli americani portarono il famoso DDT. E senza i cinesi adesso non avremmo l’invasione Covid19.
Gli Americani!!
Quali?
I colonizzatori europei?
O quelli confinati nelle riserve?
Certo, duole vedersi erodere egemonia.
È l’inizio della decadenza.
La storia dovrebbe pur insegnare qualcosa.
Sono sparite grandi civiltà.
Toccherà anche agli “Americani”.
Mi concentrerei sull’Italia.
Siamo gli unici in Europa ad aver firmato il Memorandum.
Da sempre teniamo i piedi su due o più scarpe, secondo la convenienza.
Siamo esportatori di malaffare.
Siamo da sempre con il cappello in mano.
Siamo, ma non siamo…
Siamo ruffiani e codardi!
Siamo gli unici a piangerci addosso.
Poi magari ci accorgiamo che non sono tanti a stare meglio di noi.