
Le affermazioni di Don Lorenzo, parroco di Floridia, a mio modo di vedere sono particolarmente gravi. Tacciare di ipocrisia chi non censura l’ordinanza di Musumeci, di sgombero degli hot spot, fondata su carenze di carattere sanitario delle strutture, è un’ accusa ingenerosa, in primo luogo, nei confronti degli stessi migranti che vivono una pesante condizione di promiscuità con chi è positivo al Covid, oltre che dei cittadini a motivo delle tante loro fughe, delle quali ben poco si è saputo. Quale segnale di cristianità Don Lorenzo rivolge alle coscienze invitando i fedeli a “non venire a messa e di non stare a perdere tempo”, cosa ne sa lui di quel che alberga nel cuore e nella mente di ciascuno? E quand’anche il fariseo venisse in Chiesa battendosi ipocritamente il petto, non dovrebbe il buon Pastore attivarsi per riportare nel gregge la pecorella smarrita? Don Lorenzo mi ricorda quei docenti che dedicavano ogni attenzione agli alunni più bravi trascurando chi, per ragioni varie, non riusciva a seguirli. Ribadisco, infine, che l’ordinanza ha inteso porre rimedio ad un problema di ordine sanitario e non ad un ostracismo nei confronti dei migranti, prova ne sia il fatto che, appena qualche ora prima dell’arrivo degli Ispettori della Regione presso l’hot spot di Pozzallo, i 62 positivi sono stati miracolosamente trasferiti altrove. Per la cronaca, l’ispezione ha verificato la sussistenza di rilevanti carenze sanitarie.
Enzo Galazzo