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A Modica nasce un’impresa didattica all’interno del “Grimaldi”

E’ stato l’Assesso Lagalla a presentare il progetto pilota, in collaborazione con Logos, che vedrà’ gli studenti “lavorare” all’interno dell’impresa, stabilendo decisioni operative, marketing e futuri accordi commerciali.
Tempo di lettura: 2 minuti

All’interno dell’istituto alberghiero Principi Grimaldi di Modica nascerà un’impresa didattica che si occuperà della produzione di cioccolato di Modica Igp grazie al progetto avviato insieme alla Logos aderendo ad un bando della Regione Siciliana dedicato agli istituti superiori. Ad annunciare l’innovativo progetto è stato stamani l’assessore regionale alla Pubblica Istruzione e Formazione, Roberto Lagalla, che da Modica ha parlato della valenza dell’iniziativa in grado di catapultare i giovani studenti direttamente nel mondo del lavoro proprio mentre studiano. Si supera dunque l’alternanza scuola-lavoro in quanto in questo caso, con la nascita dell’impresa didattica, mediante la supervisione dei docenti tutor gli studenti dovranno “gestire” le azioni di produzione, marketing e i relativi accordi commerciali.
Un progetto che si svilupperà nell’arco di nove mesi attraverso l’attivazione del laboratorio di cioccolateria per poi arrivare alla vera e propria impresa didattica, come spiegato dal dirigente scolastico Bartolomeo Saitta: “La missione dell’impresa didattica è quella di offrire ai giovani, all’interno del normale corso di studi, la possibilità di sperimentare cosa significa inventarsi e realizzare un prodotto, nello specifico produrre il cioccolato secondo la tipica tradizione modicana, creare un’etichetta e commercializzare il prodotto”.
Un concetto ribadito dal presidente di Logos, Rosario Alescio che ha parlato anche degli obiettivi del progetto che permettono di ridurre la dispersione scolastica e contemporaneamente di proiettare i giovani verso il mondo del lavoro in modo diretto.
“L’impresa didattica prevede la costituzione e gestione operativa di un piccolo laboratorio artigianale per la produzione di cioccolato di modica Igp da confezionare in barrette nel rispetto del disciplinare previsto dalla certificazione – spiega Alescio – Gli allievi si occuperanno della produzione artigianale delle barrette di cioccolato, del confezionamento in packaging (oggetto di fornitura esterna e non autoprodotto) e della sua commercializzazione attraverso la stesura di accordi commerciali con distributori o partner commerciali in forma sperimentale. Il progetto ha lo scopo di avviare un’azienda formativa finalizzata a svolgere la parte tecnico-professionale del percorso “in assetto lavorativo” al fine di favorire l’apprendimento “in situazione reale”, e superare le distanze tra realtà scolastica e lavorativa. La formazione in assetto lavorativo può costituire uno strumento particolarmente utile a favorire l’interazione con il territorio e l’inclusione lavorativa”. Un’iniziativa che già stamani ha trovato il pieno plauso da parte di Viviana Assenza, dirigente dell’ambito territoriale di Ragusa (ex Provveditorato), di Salvatore Piazza commissario del Libero Consorzio tra Comuni, di Ignazio Abbate sindaco di Modica, di Nino Scivoletto direttore del Consorzio di Tutela del Cioccolato di Modica Igp. A concludere i lavori di presentazione del progetto è stato proprio l’assessore regionale Lagalla: “L’educazione all’imprenditorialità è l’elemento di forza su cui poggia questa tipologia di impresa didattica, che consentirà agli allievi di partecipare ad alcune decisioni operative proprio come avviene nel mondo delle imprese reali. E’ una sfida che lanciamo da Modica e da questo istituto, un progetto pilota che guarda al futuro, alle esigenze dei giovani dando risposta al mercato del lavoro attraverso figure ancora più specializzate. Un’opportunità per la Sicilia”. Al termine dell’incontro è seguito un rinfresco curato dal docente Giovanni Roccasalva e dal suo team.

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3 commenti su “A Modica nasce un’impresa didattica all’interno del “Grimaldi””

  1. Ottima iniziatica: complimenti!
    Solo la libera collaborazione pubblico/privato può dare slancio e sviluppo alla crescita economica e culturale della provincia ragusana e, più in generale, al mezzogiorno d’Italia.
    È deleterio aspettare che sia lo Stato a lanciare nuove iniziative.

  2. Non avevo visto questo articolo, è un po dadato ma voglio esprimere la mia forte perplessità. Pensate veramente che la teoria è come la realtà?
    “lavorare” all’interno dell’impresa, stabilendo decisioni operative, marketing e futuri accordi commerciali”.
    Siete coscienti di quanto male fate ai vostri studenti illudendoli in questo modo? Gli insegnate delle teorie che nella realtà non esiste. In nove mesi tirate fuori manager capaci di organizzare produzioni, strategie di vendita e accordi commerciali? Caspita!!!!

  3. Un paio di considerazioni.
    Una di tipo sindacale. I ragazzi producono le loro barrette di cioccolato, le mettono nelle scatoline di cartone che gli vengono fornite (suppongo dal Consorsorzio di Tutela del Cioccolato Modicano), immesse nel mercato grazie a partner commerciali con stesure di accordi, ecc ecc. In genere uno scambio commerciale genera un numero, cioè un profitto. A meno che questo numero non si riferisca solamente ai crediti formativi o ai voti per gli studenti, mi viene da pensare che produrre e vendere barrette di cioccolato comporti un numero seguito anche dal simbolo €. A chi andranno questi proventi se ci saranno? Sarebbe interessante saperne di più. Alla scuola per autofinanziare i costi del laboratorio? Logos di Alescio (che non conoscevo e di cui mi sono informata su google) come parteciperà all’iniziativa? Tutto bello ma sarebbe interessante saperne di più al di là delle presentazioni e degli annunci esaltatori e celebrativi.
    Infine una considerazione di tipo linguistico giacché le parole sono importanti.
    “Catapultare i giovani studenti nel mondo del lavoro”. “Catapultare” è un verbo impegnativo, non direi violento ma abbastanza forte. Certo che Lagalla l’avrà usato senza alcun particolare intento, è linguaggio comune. Tuttavia catapultare evoca un movimento brusco e l’impatto può essere, quello sì, violento. I giovani vanno accompagnati non catapultati, immessi nel lavoro orientandoli, facendo provare la fatica vera, spiegando tutte le sfaccettature del mondo del lavoro. La cultura del lavoro è ciò che manca e che andrebbe coltivato.

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