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Venerdi mattina inaugurazione svincolo Rosolini della Sr-Gela

Tempo di lettura: 2 minuti

Ci fa piacere che la deputata Ars Campo – giustamente, dal suo punto di vista – non perda occasione per fare polemica, ottenendo suo malgrado l’effetto contrario. Quello cioè di ricordare all’opinione pubblica i grandi progressi dell’autostrada Siracusa-Gela, un’opera che rientra a pieno titolo fra i cantieri in corso più importanti d’Italia. La costruzione dell’autostrada fra Rosolini e Ispica procede spedita e infatti venerdì 7 agosto, alle ore 9.30, tutta la deputazione locale sarà invitata a partecipare al taglio del nastro, da parte del presidente Nello Musumeci, dello svincolo autostradale finalmente completato di Rosolini. Abbiamo voluto far slittare di qualche giorno l’apertura dell’opera, inizialmente fissata per il 31 luglio, per evitare la sovrapposizione con iniziative tenutesi altrove. Dopo anni di stallo, il Cas sta restituendo al territorio un’infrastruttura che l’intero Sud-est ha sognato per anni, un’opera destinata a cambiare il volto dell’Isola”.

Lo dichiara l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone, in vista dell’inaugurazione dello svincolo di Rosolini, sull’autostrada Siracusa-Gela, prevista per venerdì 7 agosto 2020 alle 9.30.

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2 commenti su “Venerdi mattina inaugurazione svincolo Rosolini della Sr-Gela”

  1. Quindi per lo svincolo di Rosolini, che è aperto da un decennio, fate l’inaugurazione ossia la “comparsata”. Certo che questa Sicilia diventerà proprio bruttissima con queste buffonate!

  2. Opera è un termine ambiguo, nel senso che, al tempo stesso e a seconda del tipo di realizzazione, può esprimere normalità o eccezionalità.
    Opera vuol dire soprattutto lavoro, su cui è fondata la nostra Repubblica.
    È forse per questo che alcuni politici, con singolare sensibilità e religioso rispetto della Costituzione, enfatizzano concettualmente, ma non materialmente, le fatiche fisiche e intellettuali che stanno alla base di una realizzazione, anche la più ordinaria.
    È consuetudine classificare le opere attribuendo, forse arbitrariamente, un certo grado di magnificenza; e l’umanità non resiste alla tentazione di dare, sempre arbitrariamente e anche solo simbolicamente, un valore materiale a tutto, anche attraverso il mercato delle opinioni.
    Dal basso della mia incompetenza urbanistico-viaria-architettonico-ingegneristica, penso che esistano differenze notevoli tra uno svincolo e una tratta autostradali e che se si dà luogo a cerimonie di inaugurazione all’ultimazione di ogni singola fase i ritardi ingiustificati, subiti con rassegnazione, diventano persino intollerabili, a causa di spudorate ostentazioni.
    Provo ad immaginare il visibilio e gli interminabili e sfarzosi festeggiamenti che saluteranno l’inaugurazione dell’opera completa, nell’improbabile caso di completamento della Siracusa-Gela, che dal primo progetto ha visto la realizzazione di soli 40 chilometri, in circa sessant’anni, e alla cui ultimazione ne mancano appena 90 (fonte Wikipedia).
    Se il mondo sarà ancora attivo, mantenendo lo stesso infaticabile ritmo, nel 2140 potranno ri-arrotolarsi i frammenti dei nastri fino ad allora tagliati. E sono molto dispiaciuto di non poter vivere un’ esperienza storica di quella portata; per quanto si possa tentare di allungarla, la vita non dura moltissimo.
    Ho perduto il conto degli annunci esultanti ed esaltanti del raddoppio, prossimo venturo, della Ragusa-Catania, a cui manca ancora la posa della prima pietra e la cui materiale realizzazione ancora non si prefigura. E, nell’improbabile ipotesi di completa realizzazione, anche per l’inaugurazione di quest’opera non nutro speranze circa la possibilità di presenziare.
    Fortunatamente, resta incrollabile quell’attitudine fondamentale dei bravi politici che è la lungimiranza, così come la visione, che è il tratto distintivo del loro lavoro: mirabile opera immateriale, di rara purezza teorica.
    Riflettendoci bene, non si può non riconoscere una sottesa magnificenza anche nella realizzazione di un impianto idrico e fognario che, concorrendovi, ha la stessa dignità della completa e complessa opera di realizzazione di un edificio.
    Nel suo piccolo, anche un piatto di spaghetti sapientemente cucinato è un’opera.
    Dietro c’è lavoro, passione, inventiva, sperimentazione, studio.
    Peccato che non sia ritenuto meritevole di una cerimonia inaugurale con tanto di taglio di nastro da parte del più autorevole dei commensali.
    In fondo, potrebbe costituire l’inizio di una nuova stagione del gusto collettivo condiviso, dopo il confinamento pandemico, foriera di soddisfazioni che esaltino il sapore dell’attesa di una compiutezza immaginata, affinché non si dissolva il sogno di raggiungerla. Ancorché l’insipidezza cronica, sconsolante o appagante a seconda delle prospettive, dà la certezza che la realtà si allontani dal sogno e che questo continui a rimanere tale.
    Chi può mai godere della fugacità di un sogno che diviene realtà? Chi mai può sopportare il dolore di speranze ed entusiasmi che si dissolvono? Cosa potrà mai eguagliare il fascino di un’opera incompiuta? Come giustificare la richiesta di un voto senza la forza di un sogno brutalmente infranto da un obiettivo scandalosamente raggiunto?
    Si dice che i sogni muoiono all’alba ma nessuno si dà pena per la speranza di noi tutti, che muore all’aurora di un’opera cronicamente annunciata.

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