Undici gli immigrati risultati positivi al Coronavirus fra i 60 sbarcati a Pozzallo. Tutti pakistani. Il test, a quanto pare, è stato effettuato a sbarco avvenuto. E non secondo il decantato “Modello Pozzallo” che, proprio oggi, il sindaco Roberto Ammatuna si appresta ad illustrare ai funzionari del Ministero dell’Interno perché “possa essere applicato in tutto il Paese”.
Ammatuna si dice convinto della necessità primaria di accogliere tutte le persone in fuga che arrivano dalle nostre parti. Tutte. L’Europa è assente? Ci siamo noi. I sindaci di Trapani e Taranto ( i due porti sono Centri – Hotspot come quelli di Pozzallo e Lampedusa) non vogliono saperne di sbarchi, test e quarantena? Noi la pensiamo ben diversamente. Il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, è confuso, stanco, e avvilito? Mi dispiace per lui, ma non può pretendere, come esigono i suoi concittadini, di fermare gli sbarchi e chiudere l’Hotspot.
Per ovviare a queste obiettive difficoltà e trovare una soluzione magica che possa consentire di fare sbarcare in Italia, in Sicilia per la precisione, intere popolazioni in fuga dai loro Paesi, il sindaco Roberto Ammatuna propone, dunque, il “Modello Pozzallo”, chiamato in un primo momento e non a caso, “Modello Ragusa”. Questo, in effetti, il titolo subito immaginato dal primo cittadino della città marinara lo stesso giorno della riuscita operazione “tampone a bordo” organizzata, per la verità, dal direttore generale dell’Asp di Ragusa, Angelo Aliquò, per sbloccare la difficile situazione che si era venuta a creare con la nave Ong “Ocean Viking”, da giorni alla ricerca di un porto sicuro ove sbarcare 180 immigrati.
Dopo avere letto, probabilmente, quanto da noi precisato in un articolo pubblicato ieri, il sindaco Roberto Ammatuna che, in quanto a furbizia e mestiere non è secondo a nessuno, onde evitare di dover pagare i diritti di autore al direttore dell’Asp di Ragusa, Angelo Aliquò, ha ritenuto opportuno rimediare tirando fuori dal cilindro magico il nuovo slogan “Modello Pozzallo”. Per la felicità del popolo pozzallese che – avrà pensato – non può non sentirsi onorato di essere rappresentato da un sindaco come me, accogliente, generoso e intraprendente, capace di suggerire al premier Conte, alle ministre Lamorgese e De Micheli, e al ministro Speranza, il protocollo da seguire per risolvere il drammatico problema degli sbarchi di uomini, donne, minori e … virus di importazione!
“Le persone che rischiano di morire in mare – dichiara Ammatuna in una intervista rilasciata ad un importante quotidiano – vanno salvate”. Sindaco hai perfettamente ragione. Ci mancherebbe. Anzi, ho già avuto modo di dirti che, ove insieme su una barca dovessimo imbatterci in un naufrago, stai pur certo che mi tufferei in mare prima di te. La narrativa dei profughi in fuga da guerre non c’entra nulla con il traffico internazionale di vite umane organizzato da bande senza scrupoli pronte a incrementare fatturati milionari sfruttando il bisogno di poveri cristi e la dabbenaggine del Paese Italia. Per non dire delle menti sopraffine impegnate in una guerra geopolitica senza esclusione di colpi. L’epocale problema va risolto a monte. Dall’Europa e dall’Onu. Non, con tutta la buona volontà di questo mondo … dal sindaco della città della Torre … con il “Modello Pozzallo”. E dai Robè.