“La mancanza di una politica certa ed univoca circa la gestione e l’accoglienza degli immigrati, ne ha favorito un esercizio “permanentemente provvisorio” che vede le forze dell’ordine e la Polizia di Stato in primis, a fronteggiare l’immane problema umanitario divenuto assurdamente un problema di polizia. E si perché purtroppo in Italia accade anche questo: si riesce a trasformare la natura di un problema anche e solo in base a chi ne viene affidata la gestione “emergenziale” pretendendo metamorfosi degne dei più famosi trasformisti che hanno visto i poliziotti professionisti dell’ordine pubblico e del controllo del territorio, gli investigatori, i Finanzieri ed i Carabinieri tutti, diventare esperti di accoglienza, di umanità e di mediazione.” E’ quanto afferma in una nota Flavio Faro, Segretario Generale del S.I.U.L.P. Ragusa (il sindacato dei poliziotti più rappresentativo a livello nazionale), nel commentare quanto sta accadendo in provincia di Ragusa ed in altre province siciliane e del sud Italia, invase letteralmente dai migranti.
“La gestione di un fenomeno umanitario senza precedenti è ormai da anni affidata unicamente alle Forze di Polizia – continua Faro – che, nonostante ciò, dimostrando elevata coscienza democratica, hanno continuato e continuano la loro mission aspettando che la beffa dell’emergenza termini e la politica dia inizio a quella fase progettuale che porti alla realizzazione di un sistema strutturato per gestire la prima accoglienza, la quarantena precauzionale per il contenimento della contaminazione da Covid e la successiva fase di integrazione degli immigrati che approdano sul territorio italiano. Attualmente il fenomeno si è ripresentato in tutta la sua gravità con il solito ricorso ai poliziotti che impegnati massicciamente con gli immigrati, a fatica reggono il controllo del territorio. E così mentre i furti, le rapine, lo spaccio di droga ed anche qualche omicidio, preoccupano i cittadini iblei soprattutto del versante ipparino, le Forze dell’Ordine sono quasi totalmente impiegate nei centri di Cifali e Pozzallo in barba alle loro reali funzioni, specialità e competenze. Senza parlare delle condizioni in cui si trovano ad operare: ore ed ore sotto il sole in turni massacranti e senza programmazione alcuna; si tratta di garantire la vigilanza dei migranti allocati anche in centri inidonei come quello di c.da Cifali (alle porte della città di Comiso) che assomiglia più ad un agriturismo che ad un C.P.A.. Ed è qui che in questi giorni, dei migranti provenienti anche da posti in cui la pandemia dilaga (notizie non confermate parlano di diversi positivi al Covid-19), vengono posti in quarantena. Va da se che dileguarsi non sarà poi così difficile come confermano le numerose fughe di massa dei giorni scorsi, con il concreto pericolo della diffusione del virus nella nostra provincia finora lambita dalla contaminazione, – conclude Faro – il tutto con la quasi indifferenza delle Istituzioni, nazionali e periferiche la cui tiepida reazione induce ad alcune serie e preoccupanti riflessioni.”