Un monitoraggio attento, puntuale e per quanto possibile futuribile di tutte le opere pubbliche cantierabili e che possono rappresentare una potenziale ancora di salvataggio per il territorio della provincia di Ragusa uscito con le ossa rotte, sul piano economico, così come il resto della Sicilia, dall’esperienza del lockdown e, più in generale, dalla grave condizione di crisi determinata dall’emergenza sanitaria. E’ il senso della richiesta che la segreteria dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa rivolge alle stazioni appaltanti operanti nell’area iblea, a cominciare dai Comuni e dal Libero consorzio. “In questa delicata fase della ripartenza, che, tra l’altro, sarà giocoforza condizionata dalla stagione estiva – spiega il segretario generale Vera Carasi – sarà necessario porre le basi per una crescita sostanziale dell’economia locale allo scopo di ridurre parzialmente gli effetti della devastante crisi con cui abbiamo dovuto fare i conti. Come Cisl, abbiamo già elencato, nelle ultime settimane, una serie di punti che, secondo noi, possono aiutare a gestire meglio questo delicato momento. Adesso, puntiamo l’attenzione e i riflettori su quelle opere pubbliche che risultano essere ancora ferme al palo o che, attraverso un’accelerazione dell’iter burocratico, favorendo, dunque, quei processi che consentano di bruciare le tappe, possano trasformarsi da capitoli del libro dei sogni a opere da attivare concretamente sul nostro territorio e che consentano di fornire occasioni occupazionali di una certa rilevanza. E’ inutile dire che in provincia di Ragusa, così come in altre realtà territoriali della Sicilia, adesso si sta facendo i conti con un’emorragia sostanziale dai cicli produttivi e che queste persone che sono rimaste senza lavoro non hanno, al momento, loro assieme alle proprie famiglie, alcuna prospettiva per il futuro. Gli enti locali territoriali possono, dunque, svolgere un ruolo propulsivo, dando mandato ai propri uffici tecnici di accelerare le pratiche in sospeso o di riavviare quelle opere pubbliche che, magari, già finanziate, sono ferme ancora al palo, senza che si sia entrati nel vivo delle procedure di aggiudicazione dei lavori”. Per il segretario Carasi, insomma, “tutto può servire per sviluppare un circuito virtuoso che consenta di guardare avanti con un minimo di fiducia supplementare rispetto a una stasi che, invece, avrebbe come unico effetto quella di aggravare la già pesante situazione con cui quotidianamente ci confrontiamo”.
- 11 Ottobre 2024 -