I D’Antonio esprimono «disappunto su questo modo di operare perchè se la legge prevede la condanna massima a 18 anni, come mai a noi non è stata applicata tale procedura? E se non è in queste situazioni che tali sanzioni vengono applicate, che senso ha che la legge esista e non venga utilizzata nel suo giusto essere, con la preoccupazione che possa ottenere un ulteriore sconto della pena proposta?».
Secondo i genitori dei bimbi, non sono state aggiunte le aggravanti e lamentano che il tragico evento sia stato ricondotto «ad omicidio stradale invece di essere applicato l’articolo 7 (omicidio colposo previsto dall’articolo 589 del codice) della Procedura penale».
Una modifica della legge, secondo quanto scrivono i genitori di Alessio e Simone, sarebbe stata prospettata proprio dal ministro, nel corso della sua visita. «In quella occasione ci disse che ci sarebbero stati dei cambiamenti sulla legge in merito agli incidenti stradali e che forse saremmo rientrati nella nuova legge che avrebbe portato il nome di Alessio e Simone D’Antonio. Quale aiuto possiamo chiedere per avere una giustizia appropriata per i nostri figli?»