Un metro di distanza tra i tavoli e mascherine al personale di sala e cucina, come da indicazioni delle autorità sanitarie. Accessi differenziati, dove possibile, per i clienti in entrata e quelli in uscita, pagamenti preferibilmente digitali direttamente al tavolo, monitoraggio quotidiano delle condizioni di salute dei dipendenti, pulizia e sanificazione dei locali, gel igienizzante a disposizione di tutti. Sono solo alcune delle misure che i ristoratori iblei sono pronti a predisporre quando le loro attività saranno riaperte. Proposte che sono state formulate a livello nazionale, contenute all’interno di un protocollo stilato da un gruppo di lavoro organizzato dalla Fipe, la Federazione italiana dei pubblici esercizi, sotto la supervisione scientifica di un qualificato infettivologo.
“Si tratta di trentacinque pagine – afferma il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti – in cui si rappresentano le procedure di sicurezza da applicare in bar, ristoranti e servizi di catering. Un documento ancora in bozza e sottoposto al confronto con il governo, che servirà di base per le decisioni delle autorità, e che rappresenta un grande sforzo per cercare di garantire al massimo l’operatività di bar o ristoranti. Il punto certamente più delicato sarà quello del numero dei coperti e molto dipenderà da cosa verrà stabilito come distanza minima. Il metro che indica la Fipe è chiaramente quello che tutelerebbe maggiormente i gestori, ma bisognerà capire nel concreto come lo si calcolerà. Dal bordo del tavolo? Dal cliente seduto? Se il cameriere passerà fra tavoli dove si calcola la sua distanza? Sono aspetti delicati. Una cosa però è certa. E cioè che il mondo della ristorazione, anche in provincia di Ragusa, è pronto a ripartire, impegnandosi a garantire la sicurezza con uno specifico protocollo organizzativo delle attività, messo a disposizione della categoria, al fine di tutelare i rischi di contaminazione sia per i clienti che per i dipendenti. Ma è chiaro che non basterà per un ritorno immediato alla normalità. Fino a quando saranno in vigore le misure di distanziamento sociale, con le diverse modalità di fruizione dei servizi dei pubblici esercizi, è evidente che non si potrà lavorare a pieno regime. È dunque indispensabile che le istituzioni supportino economicamente il settore in questa fase transitoria. E che magari si permetta a tutti di svolgere attività da asporto e di delivery. Le misure di sostegno all’economia finora approntate non sono state pensate per i Pubblici esercizi, come ha giustamente dichiarato il presidente di Fipe nazionale, Lino Stoppani, con la conseguenza che molte imprese, anche in provincia di Ragusa, rischiano di non riaprire. Ecco perché sosteniamo che serve un segnale forte da parte dell’esecutivo. Le nostre richieste? Risorse vere a fondo perduto per le imprese parametrate alla perdita di fatturato; moratoria sugli affitti: serve una compensazione per il periodo di chiusura e per il periodo di ripartenza; cancellazione imposizione fiscale come Imu, Tari, affitto suolo pubblico e altre imposte fino alla fine del periodo di crisi e sospensione pagamento delle utenze; prolungamento degli ammortizzatori sociali fino alla fine della pandemia e sgravi contributivi per chi manterrà i livelli occupazionali e reintroduzione dei voucher per il pagamento del lavoro accessorio; possibilità di lavorare per asporto, come avviene in tutta Europa; concessione di spazi all’aperto più ampi nel periodo di convivenza con il virus, per favorire il distanziamento sociale e permettere agli esercizi di lavorare; un piano di riapertura con tempi e modalità certe condiviso con gli operatori del settore, per permettere a tutte le imprese di operare in sicurezza; aiuti economici a fondo perduto per le attività nuove aperte tra il 2019 e i primi mesi del 2020”.
- 11 Ottobre 2024 -