Presidente Mattarella,
Sono stato educato a pane, studio, lavoro e rispetto delle istituzioni e del prossimo. Sono credente. Da assessore comunale ho avuto l’onore di conoscere suo fratello Piersanti a Pozzallo nel 1979, in occasione del Patto di Amicizia Pozzallo-Firenze, firmato dai sindaci del tempo Vincenzo Galfo (DC) per Pozzallo e Elio Gabbuggiani (PCI) per Firenze, in nome del pozzallese sindaco santo Giorgio La Pira. Premessa necessaria la mia per scongiurare equivoci e pregiudizi, le chiedo: non crede che, rispetto al momento difficile e drammatico che il Paese sta vivendo, reso ancor più inquietante dalla politica parolaia e litigiosa, a tratti traffichina, cincischiante e incapace, sia necessario un suo autorevole intervento che possa tracciare con sicurezza la rotta per approdare al sempre più lontano porto della salvezza? Grazie.
1 commento su “Lettera di Michele Giardina al Capo dello Stato”
Gentile Dott. Michele Giardina,
Lei conosce bene il ruolo istituzionale del Capo dello Stato e comprende l’elevato rischio di strumentalizzazione di eventuali esternazioni, soprattutto nel contesto che si è venuto a creare in questo tempo di crisi sanitaria ed economica, aggravato dall’atteggiamento irresponsabile di alcune forze della maggioranza e dell’opposizione, prigioniere di un’esiziale ottusità, che aggiunge disordine alla confusione determinata dall’incertezza difronte all’imprevedibile.
Lei sa bene che tra le prerogative del Capo dello Stato non c’è quella di educatore di politici e parlamentari, presupponendo la Costituzione la maturità anagrafica e istituzionale di questi ultimi, né quella di dare indirizzi sulle politiche di governo, perché in queste si esprimono le competenze dell’Esecutivo.
Il Presidente Mattarella ha chiesto in più occasioni coesione, in Patria e fuori dai confini, così come ha esortato all’unità in questo momento difficile ma, di tanto in tanto e per risibili ragioni, è stato tirato in ballo come pretesto per scenette puerili nelle uniche aule che risultano al momento aperte: quelle parlamentari.
E il Capo dello Stato continua ad esortare in modo più o meno palese, tra la sordità, la riottosità e, in certi casi, l’irriverenza degli interlocutori politici, che meglio avrei visto come destinatari della Sua lettera, Dott. Giardina.
Sono certo che anche Lei, come me, ritenga il Presidente della Repubblica garante dei valori costituzionali e arbitro degli equilibri democratici; quindi, per dirla con Giuseppe Guarino,“…soggettivamente autonomo, estraneo alla funzione di governo. Giacché indipendente dalle parti e dagli altri poteri, è anche al di sopra delle parti e degli altri poteri”.