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Il virus, la natura e la disabilità… di Nele Vernuccio

Come ormai tutti sappiamo questo periodo è caratterizzato dal motto “Io resto a casa”, per mantenerci distanti dal contagio da coronavirus. Sono un ragazzo 23enne disabile sin dalla nascita e, l’unica mia valvola di sfogo, è la natura. Come tutti ben sappiamo purtroppo la vita di un diversamente abile è già complicata di suo. Vi faccio un esempio: durante un raduno in piazza una persona nelle mie stesse condizioni non si può muovere facilmente, in quanto l’assembramento di gente ti impedisce di muoverti con facilità. La mancanza di scivoli nei marciapiedi ti impedisce di muoverti e perlustrare il territorio in modo semplice.
Proprio per questi motivi che ho elencato sopra e per tante altre cose, preferisco principalmente, quando debbo uscire, immergermi nella natura. Gli esseri umani senza problemi fisici, in questi momenti di “domicilio “ forzato, stanno comprendendo cosa significa non poter svolgere le normali attività giornaliere. Noi persone con disabilità viviamo certe “restrizioni “ sin dalla nascita e dobbiamo accettarle per tutta la nostra vita.
Nonostante tutto posso assicurarvi che accetto la mia vita per quello che è e ne sono felice!
Auspico che questo periodo di stop possa far comprendere a tutta la collettività che purtroppo per tutti la vita non è uguale, ma nonostante tutto bisogna accettarla per quella che è.
Ricordiamoci che una cosa che per qualcuno può essere ovvia, per qualcun altro non lo è. Non sputiamo sul piatto dove mangiamo, cerchiamo invece di avere rispetto del più debole!

NELE VERNUCCIO

© Riproduzione riservata

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