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Cassa integrazione in deroga, l’on. Ragusa interviene

“Un importante provvedimento, un segnale concreto. Ora, però, è necessario compiere un altro passo in avanti per evitare di tagliare dalla platea del sostegno un numero consistente di lavoratori”. E’ l’on. Orazio Ragusa, nella qualità di presidente della commissione Attività produttive all’Ars, a metterlo in evidenza facendo riferimento all’accordo sulla cassa integrazione in deroga firmato dal Governo regionale nelle ultime ore.
“E’ da sottolineare l’importante azione politica – sottolinea l’on. Ragusa – portata avanti dall’assessore regionale al Lavoro, Antonio Scavone, a cui vanno i miei complimenti per avere, in tempi rapidi, completato questo percorso. Così come è da sottolineare il grande impegno profuso, lungo questa direzione, dal governatore Musumeci. E anche la direzione regionale Lavoro guidata da Gianni Vindigni ha svolto appieno il proprio compito. E’ un sostegno importante per tutti quei lavoratori costretti a rimanere con le mani in mano a causa dell’emergenza sanitaria e del cui sostegno potranno occuparsi le aziende presso cui operano attivando gli opportuni ammortizzatori sociali. Accanto a ciò, però, è indispensabile concretizzare un ulteriore passaggio per far sì che possa essere derogata la partecipazione a tali istanze anche delle aziende che, stando ai contenuti dell’accordo, non hanno diritto, cioè quelle, e sono in numero consistente, che negli ultimi anni non hanno versato i relativi contributi agli enti bilaterali. E per far ciò si può fare riferimento al decreto legislativo 148 del 2015”.
“Sto ricevendo – spiega il deputato regionale legista – le segnalazioni di numerose aziende artigiane che lamentano, per questo motivo, il fatto di non potere accedere alla cassa integrazione in deroga, non avendo, quindi, l’opportunità di accendere gli ammortizzatori sociali in questione. Chiediamo all’assessore di interloquire con il ministro del Lavoro e, quindi, anche con l’Inps nazionale per una deroga che eviti di fare rimanere fuori migliaia di lavoratori. Stiamo parlando di imprese artigiane, e non solo, che rappresentano la spina dorsale dell’economia e che rischiano di non ricevere neppure un centesimo di sostentamento. Da sempre l’artigianato ha costituito un punto di riferimento per l’economia locale, fornendo opportunità occupazionali a migliaia di famiglie. Ed è evidente che, per questo stesso motivo, non possono rimanere a secco. Diventa un fatto di cruciale importanza se si considera che molti lavoratori rischiano di non avere più soldi per potere garantire la sopravvivenza delle loro famiglie”.

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