
Per puro caso mi sono trovato all’interno di un noto supermercato di Modica. Giravo tra gli scaffali, quando l’occhio si ferma su un’etichetta, a mio avviso, sconvolgente:
“FAGIOLINO DAL SENEGAL”.
Mi sono fermato, basito, ho riflettuto ed ho pensato ai poveri agricoltori iblei che coltivano il fagiolino(è giusto ricordare che il fagiolino è un ortaggio delicatissimo che ha bisogno di un’enorme delicatezza nella raccolta).
Mi sono sorte spontanee, quindi, delle domande:
– la dirigenza della grande catena di distribuzione come può fare un accordo per un approvvigionamento dai paesi africani e lasciare nei terreni quelli del nostro territorio?
– come può vendere un ortaggio, che in natura matura nel mese di agosto. Essendo negli scaffali è possibile che sia pieno di fertilizzanti e medicinali nocivi alla salute?
I modicani ci vantiamo dell’Igp del cioccolato, ma se importiamo il fagiolino dall’Africa, si tratta di un’enorme denigrazione del nostro territorio che non posso accettare.
Ciò mi fa comprendere perché a Modica i “ciumarari”(agricoltori specializzati solamente nella coltivazione di ortaggi in contrada Fiumara da cui nasce la definizione), sono rimasti solamente in due, se la grande distribuzione dove dovrebbe arrivare la maggior parte dei nostri prodotti ortofrutticoli importa dal Senegal, i prodotti primari del nostro territorio, che futuro avranno?
Perché non comprendiamo che ci troviamo nella “Conca d’oro ” del mondo agricolo?
Spero che gli organi competenti facciano di tutto per evitare tutto questo.
Se noi stessi denigriamo il nostro territorio riguardo al mondo agricolo, è inutile che ci vantiamo del cioccolato di Modica. E’ giusto che sia valorizzato in quanto ha una procedura di lavorazione esclusiva del nostro territorio, ma nel contempo non possiamo denigrare le vere primizie e specialità del nostro territorio.
DIFENDIAMO LA NOSTRA TERRA!
Nele Vernuccio