Il Corfilac non è più nelle condizioni, e questo da alcuni anni, di esprimere pienamente le eccellenti e meritorie azioni di promozione della filiera lattiero-casearia, come ha brillantemente fatto in passato, di qualcuno è la responsabilità. La Flai Cgil fa una disamina della situazione attribuendo, in primo luogo, la responsabilità della politica locale. “A nostro avviso – dice il segretario generale del sindacato, Salvatore Terranova – non è riuscita a comprendere a pieno la capacità e il ruolo del Corfilac nei processi economici e di promozione del nostro territorio. La deputazione regionale afferente al nostro territorio ha dimostrato, salvo qualche eccezione, in più di una circostanza – va detto una volta per sempre – di essere sfornita di una strategia politica adeguata a convincere Governo e Parlamento regionali che sarebbe stato un crimine grave depotenziare, come nei fatti è avvenuto, via via il ruolo di questo ente consortile, fino quasi a deprivarlo della “mission” che ha assolto nel tempo, per il nostro territorio e per la Sicilia. In questi ultimi anni si è verificato ciò che scongiuravamo avvenisse, ossia riduzione dei contributi dalla Regione di anno in anno, gestione approssimativa dell’ente, senza figure di vertice”. Gli ultimi 5-6 anni hanno visto alla ribalta una gestione a tempo e solo formale, senza un progetto di rilancio, forse perché chi ne ha avuto in mano le redini ha ottenuto il riconoscimento di un incarico di sottogoverno e non un ruolo importante nella capacità di incidenza positiva in seno ad una filiera importante nel nostro territorio.
“In men che non si dica, questo ente è passato, causa l’appoggio di referenti politici, da una gestione con tratti quasi padronali ad una gestione frammentata, con diversi periodi di vacanza, che non ha reso possibile dare una direzione di prospettiva. Anche se i dipendenti hanno elaborato progetti con la possibilità di attingere finanziamenti extra-regionali, la mancata nomina della governance non ha consentito di condurre a buon fine attività che potevano costituire una occasione di rilancio non solo del ente consortile ma anche della nostra produzione”.
L’ente consortile ha bisogno di essere rilanciato per recuperare a pieno il ruolo che aveva e che può ancora riconquistare in un’ottica di strumento al servizio del territorio, per rappresentare un chiaro segno di vicinanza e di contributo sia di ricerca che di sostegno alla qualità della produzione della filiera territoriale e siciliana
“L’ente è all’abbandono – conclude Terranova – con un commissario straordinario a tempo, il cui incarico è scaduto, ancora non rinnovato, senza peraltro nemmeno una idea di come reinsediare il comitato dei consorziati e il Presidente, per una diatriba prolungatasi nel tempo tra Regione e Università di Catania. Coi dipendenti ormai ridotti allo sbaraglio, senza direzione e lasciati da quasi tre mesi senza stipendio. Dipendenti competenti che vengono quasi del tutto lasciati nella inconsiderazione, pur avendo dedicato ed essersi formati per costituire un punto di forza per la vocazione di questa realtà territoriale”.
