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Task force della Polizia Provinciale di Ragusa con attività ittico-venatoria

Nonostante un organico sempre più ridotto la Polizia provinciale ha svolto un’intensa attività di controllo durante la stagione venatoria caratterizzata dalle decisioni della Magistratura amministrativa che, nei fatti, hanno stravolto l’originario calendario venatorio 2018/2019, impugnato da alcune associazioni ambientaliste. Il Tar Sicilia, con ordinanza del 19 settembre 2018 (poi confermata in buona parte dal Consiglio di Giustizia Amministrativa), infatti ha sospeso molte parti del calendario venatorio ed in particolare la caccia al coniglio selvatico che costituisce la specie più ambita dai cacciatori. Ciò, se ha comportato una vistosa e sensibile riduzione del numero di cacciatori nelle zone rurali, dall’altro non ha scoraggiato i bracconieri che anzi, paradossalmente, hanno avuto campo libero per le loro attività illecite.
“In conseguenza di ciò – dice il comandante provinciale della Polizia provinciale, Raffaele Falconieri – anche l’attività di vigilanza è stata adattata al mutato calendario venatorio, con l’intensificazione dei servizi antibracconaggio in tutto il territorio ibleo, anche nelle zone dove, negli anni scorsi tale fenomeno è stato, per esperienza, poco diffuso. A fronte di un numero di cacciatori controllati quasi dimezzato, è stato accertato quasi il doppio dei reati dell’anno precedente. Nel complesso, la Polizia Provinciale di Ragusa ha denunciato all’Autorità Giudiziaria 56 cacciatori (21 prima dell’apertura della caccia e 35 in piena stagione venatoria) per le ipotesi di reato che vanno dall’esercizio della caccia con mezzi vietati (furetto, richiami elettroacustici ed altro) all’abbattimento di specie non cacciabili (fringillidi, cornacchie grigie, strillozzo), all’abbattimento di specie in periodo non consentito, furto o tentato furto venatorio, esercizio della caccia in area protetta. In un caso si è proceduto all’arresto del bracconiere per porto in luogo pubblico di arma clandestina. Sono stati sequestrati 40 fucili, 3026 cartucce a pallini, 12 richiami elettroacustici, 9 furetti, n. 15 trappole e n. 22 gabbie per la cattura rispettivamente di conigli e uccelli, ed ancora bastoni, fari, reti per uccellagione, funi e altro materiale ancora. Sono state inoltre contestate n. 21 infrazioni amministrative la maggior parte per la mancata annotazione dei dati di caccia sul tesserino o per superamento del limite del carniere o per caccia in ATC non autorizzato. Va rilevata l’aumentata presenza di cacciatori maltesi nella nostra provincia, che in diversi casi hanno esercitato l’attività venatoria in violazione della relativa normativa”.
Il nucleo di Polizia venatoria ha inoltre esteso la vigilanza anche alla pesca nelle acque interne della Provincia per la salvaguardia delle specie ittiche. L’attenzione è stata rivolta alla diga S. Rosalia ed al fiume Irminio, dove maggiore è la presenza di pescatori. I numerosi controlli hanno portato alla contestazione di n. 33 violazioni amministrative al regolamento provinciale per l’esercizio della pesca sportiva con il sequestro di n. 47 canne da pesca, n. 40 mulinelli, ami, esche e guadino
“I risultati conseguiti – aggiunge il comandante della Polizia provinciale – confermano la necessità di non abbassare la guardia sul fenomeno del bracconaggio, diffuso in tutto il territorio ed in ogni stagione dell’anno”.

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