Stormir di fronde, ossia quando le istituzioni avversano il territorio e la sua gente…di Carmelo Scarso

Diversi giorni or sono a Catania c’è stata la riunione operativa del Comitato Nazionale per la riapertura dei Tribunali, cosiddetti piccoli, soppressi.
Ad essa hanno partecipato, oltre che i rappresentanti dei Fori soppressi, anche gli Amministratori comunali, che, per il Comune di Modica, ha visto la qualificata rappresentanza dell’Assessore Giorgio o Linguanti e del Presidente del Consiglio Comunale, Carmela Minioto. La convinta adesione all’iniziativa del progetto di riapertura, peraltro punto qualificante del Contratto di Governo, da parte del Sindaco di Modica attraverso la rappresentanza di livello, non poteva e non può prestare il fianco ad alcuna interpretazione di destinazione alternativa del Palazzo d Giustizia.
Ora, è arrivata voce che altre istituzioni, Prefettura e Questura in primis, stanno battendo i tamburi di guerra per appropriarsi della struttura e mettere la Città di fronte al fatto compiuto della diversa destinazione della struttura de qua, per chiudere una volta per sempre l’ipotesi molto concreta oggi della riapertura degli Uffici Giudiziari a Modica.
Ragionamento pedestre: senza struttura disponibile chiusa ogni possibilità di alternativa a quella fatiscente e pericolosa di Ragusa.
Le altre istituzioni farebbero meglio a “stormir di fronde” per altri siti ma, soprattutto, ad interessarsi della incolumità dei cittadini, come è loro dovere, che giorno per giorno corrono seri pericoli dentro le strutture giudiziarie di Ragusa e ad esse sarebbe consigliabile, per esempio, di andare a controllare (eufemismo di comodo, sarebbe corretto usare il termine “ispezionare”), la scala di sicurezza e la struttura raffazzonata delle scale del Palazzo “ex Telecom”, per rendersi conto delle pericolose omissioni, da parte di tutti, in merito alla sicurezza e alla stabilità statica delle strutture al servizio del Tribunale di Ragusa, che andrebbero chiuse di primo acchito. Per non dire dell’eterna incompiuta. cioè della scala di sicurezza del plesso centrale di Via Natalelli, la cui mancanza porterebbe alla chiusura tout court della medesima (come è destino delle strutture in tali condizioni) se non fosse adibita a…presidio giudiziario….
Dunque, le dette invadenti istituzioni stanno andando oltre il seminato a Modica, tant’è che proprio qualche giorno fa il Questore, accompagnato dal Sindaco (volontariamente?) ha effettuato un sospetto sopralluogo presso e dentro la struttura giudiziaria.
C’è da pensare, fondatamente, che il nostro Sindaco, che fino ad oggi si è sottratto ed ha sottratto la Città all’abbraccio prepotente ed invasivo delle indicate istituzioni, abbia la necessità, oltre che di confrontarsi, di essere aiutato e sostenuto dai cittadini per respingere le insane, rapaci e strumentali iniziative di utilizzare diversamente dallo scopo per cui è stato costruito il Palazzo di Giustizia di Modica.
Orsù dunque, concittadini, diamoci da fare.

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