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Una riflessione dello storico professore Angelo Schembari sul contributo di Monterosso Almo nella Grande Guerra.

In occasione delle celebrazioni del 4 novembre lo storico monterossano professore Angelo Schembari ci ha rilasciato una intervista in cui vengono espresse delle riflessioni sul contributo dato dalla cittadina di Monterosso Almo nella Grande Guerra.
“Quest’anno il 4 novembre “ Giorno dell’Unità nazionale” e “Giornata delle Forze Armate” è coinciso con il centanario della fine della Grande Guerra.
Contrariamente all’immaginario collettivo questo conflitto, che come campo di battaglia fu delimitato al Nord Est, in realtà coinvolse pienamente il Sud ela Sicilia.
In questi ultimi anni nuove indagini stanno mettendo in luce l’altissimo contributo di sangue della Sicilia.
Oltre 650.000 circa i soldati siciliani mobilitati, quasi 45.000 i caduti.
Anche Monterosso Almo ebbe i suoi caduti, a cui il paese nella seconda metà degli anni venti del Novecento dedicò il monumento commemorativo nella piazza per l’occasione denominata Rimembranza.
Monterosso che nel censimento del 1911 contava 6084 abitanti, ebbe 112 caduti, soldati semplici, in maggior parte fanti-contadini ma anche sottoufficiali e ufficiali, di cui 4 decorati al valor militare : il Sergente Maggiore Dinatale Sebastiano, Il Sottotenente Giuliano Salvatore, Il Sottotenente Giuliano Paolo ed il soldato Scollo Domenico.
L’altopiano del Carso, Monte S. Michele, Monte S.Gabriele, Monte S.Marco, medio Isonzo, altopiano della Bainsizza, Monte Asolone, Monte Vodice, Piave, altopiano di Asiago, Albania, Macedonia, questi ed altri i luoghi dove i soldati monterossani insieme a tanti altri per rivendicare i termini sacri che natura pose a confine della Patria affrontarono impavidi morte gloriosa –così recita l’albo d’oro.
Tra i reduci si contarono 22 decorati tra cui Il Sergente Amato Giovanni, Il Tenente Azzaro Raffaele, il Tenente medico Azzaro Giuseppe ed il Capitano Rotanti Giuseppe.
A Monterosso, fino all’inizio degli anni Ottanta del Novecento, il 4 novembre si celebrava con una cerimonia serale preceduta da una Santa Messa a cui seguiva un corteo con la banda musicale che intonava l’inno di Mameli e la canzone del Piave.
Molto sentita era la partecipazione dei reduci e di quanti avevano vissuto le tragedie delle due guerre, a tenere il discorso davanti al monumento dei caduti era il reduce Giuseppe Noto, Cavaliere di Vittorio Veneto e medaglia d’argento al valor militare.
La serata si concludeva con un rinfresco nella sede dei reduci ed ex combattenti.”

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