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Corfilac, Campo: “Si dovrà nuovamente intervenire in emergenza, non si può andare avanti così”

“Continua la sofferenza economica del Corfilac, con i ritardi nel pagamento degli stipendi dei lavoratori, che nonostante tutto continuano a garantire, con grande spirito di sacrificio e professionalità, il perfetto e costante funzionamento della struttura stessa”. Lo dice, tornando nuovamente sullo spinoso argomento, la deputata regionale del Movimento 5 Stelle, Stefania Campo, dopo aver partecipato alla seduta odierna della III Commissione, durante cui sono stati anche auditi l’Assessore regionale all’Agricoltura e l’Assessore alle Attività Produttive. “In sede di Finanziaria regionale avevamo presentato un apposito emendamento, proprio in considerazione di queste consuete difficoltà, con cui si sarebbe potuto garantire la somma di 1,5 milioni di euro, ma, evidentemente, il Governo Musumeci è stato meno lungimirante di noi. Eppure, loro stessi nella prima versione del testo avevano impegnato 1 milione e 360 mila euro ma, alla fine, dopo avere bocciato tutti gli emendamenti, hanno addirittura deciso di ridurre ulteriormente la cifra a 1 milione e 155 mila euro. Adesso, quindi, si dovrà nuovamente intervenire in emergenza, ed è chiaro che non si può andare avanti così, perché oltre ad essere necessarie delle somme aggiuntive, proprio per permettere a questo importante ente di ricerca di fare quello per cui è stato creato, cioè quello di essere un centro di eccellenza di ricerca applicata alla produzione dei migliori formaggi storici siciliani, in realtà servirebbe una pianificazione ed una programmazione serena, scevra da allarmismi e ansie legate alle prospettive future. Invece, come abbiamo avuto già modo di dire, abbiamo la sensazione sempre più netta che il Corfilac, oggi come ieri, sia considerato una palla al piede, o meglio, un mendicante al quale concedere elemosina, ed ogni volta non tanto per assicurarne la sopravvivenza quanto per prolungarne l’agonia. Abbiamo già proposto con specifici atti parlamentari, per esempio, di percorrere altre strade, a cominciare dall’accorpamento dei centri di ricerca, in maniera da ridurre i costi degli organi dirigenziali, e che, oltretutto, si instaurasse un canale di dialogo e collaborazione, forte e privilegiato, con l’ufficio regionale di Bruxelles, per sfruttare ogni occasione utile che provenga dall’Europa. Proposte che fino a questo momento non hanno ricevuto alcuna risposta ma che noi continueremo ad urlare, in ogni sede, prossimamente anche in Aula, fino a quando il Governo Musumeci non deciderà di uscire da questo ennesimo empasse”.

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