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Modica. Un pomeriggio di “ordinaria follia” alle poste, ovvero le Poste sono sopra la legge?

Fino ad oggi pomeriggio, quando mi è accaduto quello che non auguro ad alcuno, soprattutto se persona anziana ed indifesa, credevo che certe cose, al limite dei paradossi e della stessa legittimità, non dovessero accadere più in un “Paese” come il nostro.
In passato sono stato testimone ed anche soggetto passivo di vicende esasperanti per chiunque, ma quello di oggi, mi ha fatto ricordare il titolo di un film: “Un giorno di ordinaria follia”, di Joel Schumacher.
In poche parole, intorno alle 15 mi reco all’ufficio postale di Modica Bassa per effettuare un’operazione per conto di un mio parente e che già avevo analogamente fatto in precedenza.
Arrivo presso l’ufficio postale e prelevo il mio numero d’operazione, il 222, attendo il mio turno, fino a quando arriva e presento all’addetta allo sportello due bollettini postali di pagamento, ribadisco operazione che già avevo fatto analogamente la settimana precedente.
La gentile signora allo sportello, dopo aver preso cognizione della richiesta, mi dice che dovrei prendere un altro numero perché secondo lei essendo i soggetti diversi, le operazioni sono diverse e quindi necessitavo di un altro numero.
Mentre l’addetta inizia le attività del primo pagamento ritiro un secondo numero d’operazione, il 233, mettendomi l’animo in pace di rifare la fila.
Ma gli intoppi non terminano qui. Sempre la stessa signora durante le operazioni di conteggio della somma da versare mi fa notare che non può sommare una banconota da 50 euro perché secondo lei era logora e da regolamento interno delle Poste Italiane non può accettarla, essendo che questa “non verrebbe accettata dalla Banca d’Italia”.
Le faccio presente che un rifiuto di accettare la banconota avrebbe potuto opporlo se la stessa fosse, o quantomeno lei credesse, non genuina, ossia falsa, altrimenti, per legge, era tenuta ad accettarla.
La stessa rimaneva ferma nella sua posizione creandomi dei problemi per il pagamento di questa prima bolletta, motivo per cui chiedevo di parlare con il direttore. La stessa asseriva che non era presente e che poteva farmi parlare con chi lo sostituiva.
Arriva da li a poco una signora la quale conferma che la banconota non poteva essere ritirata perché secondo lei era logora e le disposizioni interne alle Poste Italiane le imponevano di non ritirala, pena conseguenze disciplinari e pecuniarie a carico di chi la ritira ugualmente.
Facevo presente ad entrambe allora che le Poste Italiane non sono sopra la legge, perché l’art. 693 del C.P. (Chiunque rifiuta di ricevere, per il loro valore, monete aventi corso legale nello Stato, è punito con la sanzione amministrativa fino a trenta euro) impone a chiunque di accettare banconote di valore legale e che nella gerarchie delle fonti i regolamenti interni si trovano nella parte infima se non addirittura extra-legem e che pertanto esse avevano l’obbligo di considerare di corso legale la banconota presentata assieme alle altre.
Le due addette però si rifiutavano categoricamente di aderire a quanto richiestole e per cui dovevo prendere parte della somma destinata al secondo pagamento e fare fronte a tale situazione sicuramente contra-legem.
Terminata questa prima operazione e non avendo al seguito la somma per poter completare il secondo pagamento e avendo ritirato in precedenza il n. 233 di operazione, scappo in fretta e furia a prendere la restante somma e fare ritorno in posta in tempo.
Al mio arrivo do un’occhiata al numero servito e mi accorgo che la stessa operatrice stava già servendo il nr. 234!
Corro subito a prendere il numero di operazione, cosa mi trovo? il numero 257!
Ovviamente un’altra persona davanti a tale situazione avrebbe reagito anche scompostamente, io invece mentre aspettavo il mio secondo turno d’operazione, quello del nr. 257, facevo le seguenti considerazioni:
Può un addetto delle Poste Italiane, che pur non essendo più un ente di diritto pubblico ma una S.p.A. in ogni caso controllata per il 35% dalla Cassa Depositi e Prestiti, rifiutarsi di accettare una banconota di corso legale, asserendo soggettivamente che la medesima è usurata e che la Banca d’Italia non la ritira più?
Può sempre lo stesso accampare come vincolante, rispetto a norme penali cogenti, un regolamento interno a Poste Italiane?
Può, Poste Italiane, se questo corrisponde a vero, obbligare i propri dipendenti a violare il dispositivo di cui all’art. 693 del C.P. dietro la “minaccia” di pagare in proprio l’inottemperanza alle disposizioni interne e regolamentarie?
Alla fine mi sono dato una risposta, molto all’italiana, e cioè che in questa vicenda vi sono alla fine tre vittime:
L’addetto che ci rimette la faccia e la credibilità rispetto al cliente;
il cliente che si trova in balia di disposizioni al limite della legalità e che deve soggiacere allo strapotere del servizio prestato,
ma soprattutto lo stato di diritto, ossia la Legge!
Carmelo Cataldi

370423
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18 commenti su “Modica. Un pomeriggio di “ordinaria follia” alle poste, ovvero le Poste sono sopra la legge?”

  1. Buongiorno, basta andare sul sito della Banca d’Italia per leggere che le banconote logore devono essere portate agli sportelli della stessa Banca d’Italia per una eventuale sostituzione…

  2. Pagare i bollettini on line no? Ma quanto tempo ha perso in posta questo signore?
    Pure il tempo di andarsi a studiare l’articolo 693 del C..P

  3. Ci sono bollettini online che non si possono pagare, e poi se non danno il servizio perché non chiudono allora

  4. I bollettini ai tabbacchi

    Penzo che chi paga alla poste ha tempo da perdere. Se paghi ai tabbacchi, sta sceneggiata ce la saremmo risparmiata

  5. X i bollettino ai tabacchi. Era un bollettino che nn si può pagare ai tabacchi prima di parlare si informi, purtroppo il tempo è prezioso e c è chi ne fa perdere troppo, invece, sceneggiate in tv, saluti

  6. Nonostante i tanti commenti credo che il nocciolo della questione è : l ufficio postale può rifiutare di accettare un valido titolo di pagamento emesso dallo Stato ? io penso di no e di sicuro ne avrei fatto una questione .

  7. Esiste una procedura anche on line per il reclamo…che di solito per pigrizia viene ignorato dai signori.clienti..cmq se la banconota era logora ma intera e non esisteva presunto sospetto di falso..l impiegata era tenuta ad accettarla e versarla al direttore..che poi la si versava al service che ha il compito di contabilizzare il versamento e inviare alla banca di Italia tutte le banconote che versano nelle condizioni della sua banconota. Queste sono le disposizioni sia per poste che per banca. Saluti

  8. Concordo con Guido. L’acquisizione della banconota è un atto dovuto sia se logora, sia per sospetta falsità. La regole interne della Posta contano poco. Tra l’altro le poste non sono dotate di macchine che “certificano” le banconote. Grazie

  9. daniela grillini

    A me sembra una bufala…ho lavorato 41 anni all’ufficio tecnico di Poste Italiane e posso dire che cose del genere non sono mai successe. Comunque esiste sul sito di Poste la possibilità di sporgere reclamo quindi, invece di scrivere a random non è meglio dettagliare il disservizio?

  10. Ma usare una banca online? La mia permette di pagare i bollettini.. E mandare a fare in culo le poste italiane così che chiudano? O il bancomat se vi piace farvi del male con le poste? Io avrei chiamato i cc.

  11. Al netto dei modi e dei toni che hanno caratterizzato la relazione …l’ impiegata delle poste si e’ comportata in modo professionale.

  12. Mi dispiace contraddirla (Perplesso) ma ci si comporta professionalmente rispettando innanzitutto prima le leggi dello Stato dove si svolge “la professione” e poi i regolamenti interni dell’impresa a cui si appartiene!

  13. Se la banconota è quella dell’immagine allora l’impiegata delle Poste ha agito con il modus tipico dei parassiti pubblici, vale a dire i dipendenti, che hanno come unico interesse la loro tranquillità. Questi soggetti, privi di qualsiasi ambizione, e direi anche di colonna vertebrale, oltre ad essere burocrati ottusi, specialmente quando hanno la possibilità di far valere il proprio insignificante potere, sono anche soggetti che vedono pericoli in ogni dove e temono che qualsiasi operazione nasconde delle insidie che rovinerà la loro vita. Chiaramente è doveroso distinguere da questi vermi quei dipendenti pubblici che offrono i loro servizi alle persone: medici, infermieri, vigili del fuoco, ecc. Ma tutti gli altri traggono il loro guadagno dal fatto di essere spalleggiati da uno stato e da enti a loro volta parassitari.
    La banconota in foto non presenta danni tali da rendere plausibile il rifiuto. Poteva essere tranquillamente accettata. Poste Italiane si sarebbe dovuta poi occupare di inviarla a Banca d’Italia insieme alle altre milionate di banconota di merda che ogni anno è necessario sostituire.
    Tutto ciò con buona pace dei tanti parassiti che hanno dimostrato con i loro commenti insulsi di essere degni compari dei parassiti pubblici di cui sopra.

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