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Comiso, 12 ore di attesa per un volo di Easyjet

Tempo di lettura: 2 minuti

Dodici ore di attesa per un volo Easyjet. E’ accaduto all’aeroporto di Comiso per via di un problema tecnico nel velivolo tant’è che è stata necessaria la supervisione di  un ingegnere della compagnia. Era il volo Easyjet Catania – Parigi (aeroporto Charles de Gaulle), deviato su Comiso che doveva partire alle 9:45 di mercoledì scorso ma che ha, invece,  lasciato l’aeroporto alle 21:42.  “Abbiamo saputo solo collegandoci al sito di Easyjet che il volo era stato spostato da Catania a Comiso – ha raccontato all’Agi una delle persone coinvolte – perche’ nessuno ci ha avvertiti, mandato una mail o un messaggio. Un imprevisto puo’ accadere ma 12 ore in aeroporto in attesa mi sembrano veramente tante”. Dal sito si vedono gli aggiornamenti dello stato del volo e le indicazioni per i passeggeri. Un voucher per mangiare e nient’altro. Una parte della assistenza l’ha fornita l’aeroporto stesso che ha messo a disposizione delle famiglie con i bambini e delle persone piu’ fragili, la sala conferenze. Il problema all’aeromobile e’ stato risolto grazie all’intervento di un tecnico della compagnia aerea arrivato da Malpensa poi il check e la prova in pista, il rientro e la decisione del pilota di procedere con l’imbarco. Un disagio che e’ stato acuito dalla situazione emergenziale dell’aeroporto di Catania che non ha ripreso ancora la gestione dei voli a pieno regime. Nella ‘deviazione’ dei voli su Comiso, un contrattempo come quello avvenuto ieri, con alcune centinaia di persone in attesa per 12 ore porta inevitabilmente a momenti di congestione. Diverse persone coinvolte, ad un certo punto hanno sperato nell’annullamento del volo, sfinite dallo stillicidio delle notizie sul ritardo. Volo atterrato stanotte a Parigi a mezzanotte e 18 minuti.

© Riproduzione riservata

1 commento su “Comiso, 12 ore di attesa per un volo di Easyjet”

  1. Bei tempi quando i viaggi lunghi si facevano in treno, bagagli a non finire, si conoscevano persone, si mangiava guardando il panorama, ci si sgranchiva sul ponte del traghetto in modo ristoratorio, si dormiva prendendo la cuccetta e ci si svegliava che si era quasi arrivati a destinazione, con due o tre ore di ritardo magari, ma era un bel viaggiare sereno.

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