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Petizione. I Modicani vogliono salvare il Quartiere Sorda dalla cementificazione

Tempo di lettura: 2 minuti

Modica, 6/12/2025 – Si allunga ogni giorno la lista dei modicani che aderiscono alla petizione per estendere i vincoli di tutela ai beni storici della Sorda e ai relativi giardini, vittime della cementificazione selvaggia che ha già cancellato gran parte del patrimonio storico edilizio e paesaggistico del quartiere.

La petizione è il risultato del lavoro di mappatura “Non c’è peggior Sorda di chi vuol costruire” presentato pubblicamente lo scorso ottobre da ModicAltra alla soprintendenza ai Beni Culturali di Ragusa, alle istituzioni locali e ai cittadini: 70 ville storiche su 78 e 101 case rurali su 112 corrono il rischio di demolizione perché ricadono in ambiti di piano regolatore generale che lo consentono.

Domenica 7 dicembre, un apposito punto di raccolta firme sarà allestito a Suolo Urbano, il consueto evento di incontro tra agricoltori artigiani e cittadini a Villa Silla: qui sarà possibile raccogliere informazioni e consultare le gigantografie con dati, mappe e individuazione delle aree di maggiore impatto costruttivo.

La raccolta firme cartacea, i cui primi firmatari, ricordiamo, sono stati stati il soprintendente dei Beni Culturali di Ragusa, Antonino De Marco, il sindaco di Modica Maria Monisteri e gli assessori Cannizzaro, Antoci e Drago (Ecologia, Urbanistica e Lavori Pubblici), resta attiva sempre anche nei seguenti punti sparsi per Modica (la lista è in continuo aggiornamento):

Modica Bassa:

  • Libreria Zazie
  • La Bottega – Casa Don Puglisi
  • Libreria Mondadori
  • Martin Café
  • Tabacchi Profetto

Modica Sorda:

  • Cantine Frasca
  • Convivio pizzeria
  • Mail Boxes Etc

Modica Alta:

  • Bann Pane libero

–  Nuovo Cineteatro Aurora

IL PUNTO FIRMA ONLINE

Per chi vuole firmare invece in forma digitale, la petizione è disponibile anche online, sulla piattaforma Change.org con il titolo “Estensione dei vincoli di tutela alle ville storiche della Sorda e ai relativi giardini”.

Il report “Non c’è peggior Sorda di chi vuol costruire”, con mappe e dati, è liberamente consultabile da tutti sul sito modicaltra.it, alla voce Progetti.

Altre presentazioni pubbliche del progetto sono in programma e saranno comunicate sui canali social di ModicAltra.

In virtù della propria missione, costruire un processo inclusivo di cittadinanza attiva sul territorio di Modica, ModicAltra è appena entrata a far parte del Movimento regionale per il Diritto a Restare firmando il “Patto per restare”. L’iniziativa è frutto di un percorso di tre anni promosso dal Centro Studi Giuseppe Gatì, nato dal progetto “Questa è la mia terra”, che dal 2022 riunisce associazioni, spazi culturali, cooperative, festival, gruppi studenteschi e reti civiche impegnate, ciascuna nel proprio territorio, in progetti di rigenerazione sociale, culturale ed economica.

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1 commento su “Petizione. I Modicani vogliono salvare il Quartiere Sorda dalla cementificazione”

  1. Ottima iniziativa, sì. Ma diciamolo chiaramente: il latte è ormai versato. Il quartiere Sorda è stato smantellato pezzo dopo pezzo, nato già male da una struttura urbanistica scadente, figlia dell’egoismo individuale, come, del resto, anche Marina di Modica. E negli ultimissimi anni si è completata l’opera, sotto lo sguardo attento (si fa per dire) dei nostri pseudo-intellettuali.
    Quelli che oggi si stracciano le vesti per l’obbrobrio di corso Umberto, per quei palazzoni ex Standa ed ex Bicatex costruiti negli anni ’60, continuando a parlarne in eterno e a organizzare dibattiti infuocati… ma che, nei fatti, hanno tranquillamente legittimato la distruzione delle villette liberty del Sacro Cuore.
    E dovremmo pure capirli, questi “intellettuali” de noialtri: riversano fiumi di parole su edifici di sessant’anni fa e per i quali nulla è più possibile fare e tacciono miseramente su ciò che sta accadendo oggi.
    Modica, modicani: sveglia. È tempo di agire. I nostri PROFESSORONI di casa sono addormentati o, peggio, “interessati”. Chi può dirlo?
    Un paese decadente lo è a tutti i livelli: dal sempliciotto al professore, fino all’intellettuale che dovrebbe aiutarci a capire come stanno davvero le cose. Una volta, interpellando uno di questi luminari, mi sentii rispondere che “siccome è tutto legale e autorizzato, allora va bene così”.
    Eccola la loro cultura: ridurre il destino della città a una semplice questione di legittimità burocratica. Nessuna visione, nessun futuro, nessuna idea.
    Vergogna.

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