
POZZALLO, 13 Ottobre 2025 – Segni di arma da fuoco su tre migranti. È il referto medico che i militari della Guardia Costiera hanno consegnato alle forze dell’ordine che, nel pomeriggio, hanno sostato all’interno del porto grande in attesa dell’arrivo di 150 migranti. In due operazioni distinte, i militari della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza hanno acceso i motori delle rispettive motovedette e si sono diretti a circa 30 miglia dalla costa iblea. Le due motovedette sono arrivate alle ore 15,30 presso la banchina del porto grande. La motovedetta della Guardia di Finanza trasbordava 72 migranti, quella della Guardia Costiera 78, per un totale di 150 persone.
Prelevati con mare leggermente mosso, si è resa necessaria l’uscita di due motovedette in quanto il numero di migranti era superiore alle 140 unità. Una sola motovedetta non sarebbe riuscita a trasbordare l’intero carico umano a terra, ed ecco che, a supporto dei militari della Capitaneria di porto di Pozzallo, i militari della Guardia di Finanza di stanza al porto di Pozzallo hanno dato manforte all’operazione di salvataggio.
Dei tre migranti, uno è gravissimo. L’uomo, un giovane dall’apparente età di trenta anni, è stato trasportato in elisoccorso in una struttura ospedaliera del Catanese. Gli altri due, con vistose ferite, sono stati trasportati a Ragusa e Modica, in codice rosso.
A causa dell’arrivo a Pozzallo, su nave Barsky, nella giornata di domenica di 69 migranti, alcuni migranti giunti nel pomeriggio nella cittadina rivierasca sono stati trasportati presso il centro di accoglienza della zona industriale Modica-Pozzallo (Cpi), riaperto da qualche settimana, dopo un periodo lunghissimo dove non si è registrato alcun ingresso. E se tre persone hanno preso la via velocissima per gli ospedali, gli altri 147 migranti, fortunatamente, godono di discreta salute (qualche caso di scabbia e di disidratazione ma nulla di grave).
Il mese di ottobre è solitamente avaro di sbarchi, specie negli ultimi anni, ma le notizie che arrivano dalla Libia non lasciano dormire sonni tranquilli ai vertici dello Stato italiano. E se a Lampedusa, nelle ultime due settimane, sono arrivati più di tre mila migranti, ecco che la città di Pozzallo si “riscopre” accogliente dopo un breve periodo di stop riguardante gli sbarchi di migranti. In Libia, difatti, si trovano attualmente 894.890 migranti provenienti da 45 Paesi, secondo l’ultimo rapporto trimestrale della Displacement Tracking Matrix (Dtm) dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Il dato, relativo al periodo aprile–giugno 2025, rappresenta un aumento del 3 per cento rispetto al trimestre precedente e del 18 per cento su base annua, confermando una crescita costante iniziata alla fine del 2023.
La Libia continua a svolgere il ruolo di snodo centrale per la migrazione regionale, fungendo sia da destinazione di lavoro sia da punto di transito verso l’Europa. Secondo l’Oim, il 90 per cento dei migranti proviene da Paesi limitrofi – in particolare Egitto (26 per cento), Sudan (17 per cento), Niger (31 per cento) e Ciad (6 per cento) – mentre le restanti presenze sono costituite da lavoratori provenienti da Nigeria, Etiopia, Ghana e Bangladesh. L’indagine rileva che l’83 per cento dei migranti ha lasciato il proprio Paese per motivi economici, soprattutto per la ricerca di opportunità di impiego e migliori condizioni di vita, mentre il 14 per cento è fuggito a causa di conflitti e instabilità politica, in particolare dal Sudan. Il restante 3 per cento cita ragioni familiari o ambientali.