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Alimentazione e colesterolo: come gestirlo a tavola. Di Francesco Buscema, Biologo nutrizionista e chinesiologo

Tempo di lettura: 2 minuti

Quando si parla di colesterolo, lo si immagina spesso come un nemico da combattere. In realtà non è così: il colesterolo è una molecola fondamentale per il nostro organismo, componente strutturale delle membrane cellulari e indispensabile per la produzione degli ormoni steroidei. Proprio per la sua importanza, il nostro corpo ne produce circa i due terzi direttamente nel fegato, mentre solo un terzo proviene dall’alimentazione.

Il problema nasce quando, per motivi genetici o a causa di abitudini alimentari scorrette, i livelli di colesterolo nel sangue si alzano troppo, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari.

Quali alimenti possono aumentare il colesterolo? Le due principali categorie da tenere sotto controllo sono:

Alimenti ricchi di grassi saturi e trans: carne rossa, insaccati, formaggi stagionati, prodotti industriali e da forno realizzati con oli raffinati e grassi idrogenati. Carboidrati e zuccheri semplici: spesso sottovalutati, possono favorire l’aumento del colesterolo endogeno attraverso un meccanismo ormonale legato all’insulina. Per questo motivo capita che una persona, pur seguendo una dieta povera di grassi, non riesca ad abbassare i propri valori se continua a consumare troppi zuccheri.

Non si tratta di demonizzare la carne, i carboidrati o un singolo alimento: la chiave è inserirli nelle giuste quantità, nelle forme più salutari e al momento opportuno della giornata.

Come comportarsi a tavola per abbassare il colesterolo? Quattro strategie alimentari possono aiutare in modo concreto:

Limitare i prodotti industriali: spesso contengono un mix di zuccheri semplici, grassi saturi e grassi trans, che stimolano direttamente e indirettamente la produzione di colesterolo endogeno.

Non temere il colesterolo alimentare: il nostro intestino riesce ad assorbirne solo una parte, e l’organismo tende ad autoregolarsi: se introduciamo alimenti che lo contengono (come le uova), il fegato riduce la propria produzione interna per compensazione.

Favorire l’eliminazione del colesterolo: il fegato espelle parte del colesterolo attraverso la bile, che viene immagazzinata nella cistifellea. Alcuni alimenti

stimolano la contrazione epato-biliare, facilitandone così l’escrezione. Esempi utili sono i grassi “buoni” come l’olio extravergine d’oliva (anche cotto), e alcune verdure come la cicoria, il carciofo, il pomodoro, e tante altre…

Aumentare l’apporto di fibra solubile: una parte del colesterolo eliminato con la bile può essere riassorbita dall’intestino. La fibra solubile di frutta, verdura e legumi è in grado di legarsi a questi acidi biliari, riducendone il riassorbimento e favorendone l’eliminazione.

In definitiva, il colesterolo non è un nemico da eliminare, ma un alleato da gestire con equilibrio. La tavola, più che un campo di battaglia, è un luogo di armonia: ciò che conta non è privarsi, ma scegliere consapevolmente. Piccoli gesti quotidiani – più verdure e fibra, meno zuccheri e cibi industriali, olio extravergine d’oliva al posto dei grassi raffinati – possono fare la differenza.Perché alla fine, più che “combattere” il colesterolo, l’obiettivo è insegnargli a restare al suo posto.

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6 commenti su “Alimentazione e colesterolo: come gestirlo a tavola. Di Francesco Buscema, Biologo nutrizionista e chinesiologo”

  1. Piano piano se ne inizia a parlare finalmente, anche se non dettagliatamente.
    Gli studi indicano che livelli di colesterolo alti sono associati ad un rischio di demenza inferiore fino all’80%.
    Quindi, abbassarlo cosa comporta…

    https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/15911792/

    Anni che si propaga l’idea di evitare carne, uova o burro, perché invece non si parla del ruolo dello zucchero?

    Abbassare il colesterolo può anche generare insulino-resistenza, diabete.
    E dopo decenni di statine, come mai non è scomparsa la causa di questa patologia?
    Eppure gli studi esistono.

    Ma no, anzi, nel corso del tempo hanno abbassato la soglia, da 300 a 280, poi a 200, così da un giorno all’altro si sono trovati milioni di individui a rischio e le vendite sono schizzate.
    Idem per l’ipertensione.

    Nick Norwitz, ricercatore di medicina a Harvard con dottorato in fisiologia a Oxford, ha mangiato in 30 giorni 720 uova, con un ldl -18%, per dimostrare che ogni individuo è a sé, e che i protocolli generici e generalizzati posso essere dannosi per qualcuno, validi per altri o non avere nessun effetto.

    La medicina, da quando è nata nel secolo scorso, è mercato commerciale, prodotti e clienti, siamo batterie di polli, in tutti i sensi.

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  2. Paolo lei puntando il dito contro gli zuccheri commette un torto nei confronti del suo amico-filo putiniano. Amico che come lei combatte la guerra contro il vaccino ma sta muto sugli zuccheri sopratutto su quelli industriali ultra raffinati e pericolosissimi per la salute umana!!!

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  3. Studente, gentilmente rilegga io che ho scritto, capirebbe che la colpa diretta non è degli zuccheri, ma del fatto che se si abbassa il colesterolo c’è rischio di diabete, oltre che di demenza, quindi…

    E le consiglio di provare la pasticceria del sig. Spinello, il cioccolato un capolavoro, per non parlare delle torte.

    Concludo chiarendo che non combatto contro il vaccino, problemi altrui, bensì contro quelli che delegando il cervello e fidandosi ciecamente pretendono che lo facciano anche gli altri, che contribuiscono comunque a pagare i suoi benedetti vaccini millantati come “gratuiti”.

    Invero, lo slogan preferito di quei tempi era: “vaccinare i non vaccinati per proteggere i vaccinati”.

    Rilegga pure quante volte desidera, se non riesce a cogliere…

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  4. Il colesterolo ormai l’hanno appositamente abbassato a 200, creando nuovi ammalati che in realtà non lo sono. Tutto creato per le case farmaceutiche per vendere Statina. Anche se avete il colesterolo a 270 potete stare tranquilli.
    Basta fare attività fisica con massimali cardio, e potete mangiare tutto. Naturalmente per massimali cardio vanno personalizzati in base all’ età della persona.

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