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Urologia a Ragusa smantellata: Campo: “Ennesimo scippo ai danni del capoluogo di provincia”

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Ragusa, 25 settembre 2025 – “Quello che temevamo e che avevamo denunciato in tempi non sospetti sta accadendo, nonostante le rassicurazioni del direttore generale dell’Asp Pino Drago. Nella nuova rete ospedaliera siciliana è previsto il trasferimento del reparto di Urologia da Ragusa a Modica”. Lo dice la deputata regionale Stefania Campo dopo l’approvazione della nuova Rete ospedaliera regionale in Sicilia, voluta dal presidente Renato Schifani e condivisa dall’intera maggioranza di centrodestra, nella quale si assiste ad un vero e proprio smantellamento del reparto in questione, dall’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa, verso il nosocomio modicano. “I numeri parlano chiaro – evidenzia Campo -: a Ragusa da 14 posti letto si passa a soli 4 in Day Hospital, mentre Modica, che nel 2019 non disponeva di alcun posto letto in urologia, ne ottiene addirittura 13 per la Degenza Ordinaria e 2 per il Day Hospital. È evidente quindi come il reparto di Ragusa viene cancellato e trasferito di sana pianta a Modica, in una logica che nulla ha a che vedere con la razionalizzazione sanitaria, ma molto con calcoli e pressing politici. Questa decisione è gravissima e rappresenta un colpo diretto al ruolo baricentrico del Giovanni Paolo II, che dovrebbe essere l’ospedale di riferimento per l’intera provincia. La città di Ragusa viene nuovamente umiliata e penalizzata, senza che nessun esponente politico e istituzionale dell’attuale maggioranza di centrodestra abbia mosso un dito per difenderla. Ancora una volta, gli interessi dei cittadini vengono sacrificati sull’altare delle convenienze politiche. Su questa vicenda anche il sindaco Peppe Cassì va richiamato alla responsabilità istituzionale per il ruolo che ricopre: abbia il coraggio di fare opposizione alle scelte scellerate del suo stesso partito e del presidente Schifani invece di far prevalere le sue ambizioni personali, del resto è o non è ancora il sindaco di questa città? Non possiamo inoltre non rivolgere una dura critica al direttore generale dell’ASP di Ragusa, Pino Drago. Già nel novembre 2024 e successivamente il 6 giugno 2025, avevamo sollevato dubbi e allarmi su possibili manovre volte allo smantellamento dell’urologia a Ragusa. Il direttore Drago ci aveva rassicurato, garantendo che ciò non sarebbe mai accaduto. Oggi, alla luce dei fatti, dobbiamo denunciare o il suo colpevole lassismo o, peggio ancora, l’averci consapevolmente mentito. Chiediamo conto non solo di questo tradimento, ma anche di quale futuro attenda gli altri reparti e servizi sanitari del nostro ospedale. Perché se queste sono le premesse, il rischio è che Ragusa continui a subire depotenziamenti a vantaggio di logiche estranee al buon senso e al diritto dei cittadini alla salute. Il nostro impegno è e sarà totale: non permetteremo che questo ennesimo scippo passi sotto silenzio. Denunciamo con forza la responsabilità politica del centrodestra, della deputazione locale del centrodestra, dell’assessora Faraoni e del direttore generale Drago. L’Ospedale Giovanni Paolo II non può e non deve essere trattato come una preda da sbranare”.

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1 commento su “Urologia a Ragusa smantellata: Campo: “Ennesimo scippo ai danni del capoluogo di provincia””

  1. all’On. Campo vorrei ricordare che a Ragusa le cose nel corso del tempo sono andate più che bene considerando che non dovrebbe essere nemmeno capoluogo di provincia. Quindi una rasserenata sarebbe d’obbligo se considera tra l’altro che il bacino di utenza di Modica superiore a quello di Ragusa. Non dimentichi che il tribunale di Modica, storicamente uno dei più importanti in Sicilia, è stato chiuso per trasferire tutti gli uffici nel degradante palazzo di giustizia di Ragusa, che tra l’altro prima del 1927 non sapevano nemmeno cosa fosse un palazzo di giustizia. Dunque non è perché si è capoluogo di provincia significa primeggiare pur non avendo i numeri e piuttosto smantellare i comuni che hanno maggiore utenza significa dare il giusto peso alle cose. Dai su On. Campo, guardiamo le cose in modo reale e non campanilistico.

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