
Modica – Ancora una lunga attesa al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore. Una donna anziana, affetta da gravi patologie (infezione alle vie urinarie, pacemaker, diabete e insufficienza respiratoria), è rimasta 49 ore su una barella in attesa di un posto letto nel reparto di Malattie infettive. Secondo quanto ricostruito, un letto sarebbe stato disponibile già dal giorno prima, ma un ricovero giudicato non appropriato ne avrebbe impedito l’accesso, costringendo la paziente a restare in astanteria fino a lunedì pomeriggio, quando finalmente è stata trasferita. Il caso porta nuovamente alla luce le criticità strutturali del pronto soccorso modicano: corridoi congestionati, tempi di attesa fuori norma e ricoveri che spesso sottraggono risorse a chi ne ha reale necessità. Una situazione che persiste nonostante la dedizione e la professionalità degli operatori sanitari, messi quotidianamente a dura prova da un sistema che fatica a reggere. Il direttore generale dell’Asp, Pino Drago, annuncia provvedimenti: «Il pronto soccorso è il primo presidio sanitario, certi ritardi sono inaccettabili. Ho chiesto una relazione dettagliata al responsabile: un ricovero inappropriato toglie spazio e cure a chi ne ha davvero bisogno». Un episodio che riaccende il dibattito sulla tenuta del sistema sanitario locale, con pazienti e cittadini costretti a subire sulla propria pelle i disagi di una macchina organizzativa che sembra inceppata.
3 commenti su “Modica. Lasciata in barella per due giorni al pronto soccorso”
Le chiacchiere ormai sulla sanità hanno raggiunto un livello inqualificabile. La politica, il sindaco quale massima autorità cittadina sulla sanità, ha il dovere di chiedere spiegazioni al management dell’Asp di Ragusa, occorre un approfondimento sulla intera organizzazioni degli ospedali quali sono i rapporti tra pronto soccorso e reparti, quando vengono programmate le dimissioni per liberare qualche posto letto per quei cittadini che bivaccano al pronto soccorso in attesa. Come intende sopperire l’Asp alla carenze cronica del personale medico ed infermieristico. Chi controlla le procedure e i servizi spesse volte lasciate all’indifferenza e alla strafottenza. La sanità pubblica è stata volutamente distrutta con tagli vergognosi di risorse a favore del privato, più si risparmia e più percepiscono incentivi oltre lo stipendio. Una sanità pubblica invidiata dal mondo ridotta al collasso, per aiutare la sanità privata, vanno riviste le convenzioni non è possibile che il pubblico paga il privato per farsi fare concorrenza. I Cup non possono chiudere le agende per legge, oltre alla attese infinite per avere una prestazione. E giunto il momento di manifestare con fermezza affinché le lunghe attese sia nei pronto soccorso che nei Cup vengono abbattute magari con il coinvolgimento dei medici di famiglia, pagandoli ovviamente, almeno per i codici bianchi e verdi. Sarebbe ora di coinvolgere il Consiglio Comunale aperto al pubblico e all’Asp, per discutere le problematiche e le possibili soluzioni.
Un uomo è stato per due volte respinto e mandato a casa. Data la continua sofferenza si è rivolto al pronto soccorso dell’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa in questo momento è in terapia intensiva
Ma non “recitavano”. Al primo posto la salute dei cittadini?? Valeva solo per il siero questa regola?!!! È il gregge? I vari vincenzi pippi anonimi Ilenia …….ecc ecc. 🤣🤣 I vostri padroni circensi vi hanno abbandonato?? Eccovi serviti!! Bye bye🙋🙋🙋