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Beirut. Eliminato il leader di Hezbollah

Sa’ar: "Il Libano fermi i terroristi nei suoi confini"
Tempo di lettura: 2 minuti

Un raid israeliano ha colpito nella notte nel cuore la periferia sud di Beirut, centrando in pieno l’appartamento ai piani superiori dove dimorava Hassan Bdeir, figura di spicco di Hezbollah e della Forza Quds iraniana, tradizionale roccaforte del gruppo terroristico libanese situato nel quartiere nel quartiere di Dahiyeh.  Secondo quanto riferito dall’esercito israeliano, Bdeir era coinvolto nella pianificazione di attacchi terroristici su larga scala, condotti in coordinamento con i compagni di merende di Hamas. Il portavoce militare Idf ha descritto l’operazione come una “risposta preventiva a una minaccia concreta e immediata che non ha lasciato scampo”. Bdeir, si legge in una nota, “aveva recentemente diretto operativi di Hamas e li aveva aiutati a pianificare un attacco terroristico di larga portata”. Beirut ha condannato l’operazione, sostenendo che mette a repentaglio la tregua in corso tra Israele e Hezbollah. “Ci aspettiamo che il governo libanese intervenga per sradicare le organizzazioni terroristiche che agiscono all’interno dei suoi confini contro lo stato di Israele”, ha replicato il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar che condanna Hamas per le continue aggressioni e la brutale repressione contro chi ne contesta il potere a Gaza.

La minaccia al-Julani

A preoccupare lo stato ebraico è anche l’evoluzione del quadro siriano, dove il nuovo leader Ahmed al-Shara’ – già noto come Abu Muhammad al-Julani – avrebbe recentemente scarcerato decine di terroristi di Hamas e Jihad islamica. Le forze di sicurezza israeliane temono che queste cellule, ora riattivate sotto l’ombrello iraniano, possano aprire un nuovo fronte a est. Gerusalemme ha già chiarito che non tollererà la ricostituzione di basi terroristiche in Siria e ha ribadito la propria intenzione di mantenere smilitarizzata l’area del Golan, in coordinamento con le comunità locali, tra cui la popolazione drusa.
La possibilità che la Turchia, sponsor di al-Julani, apra base militari proprie in Siria è un altro motivo di preoccupazione per Israele.

Qatargate e Shin Bet
Sul fronte interno, la tensione politica resta alta. A catalizzare l’attenzione pubblica è il Qatargate, l’inchiesta che ha portato all’arresto di due stretti collaboratori del premier Benjamin Netanyahu. Jonathan Urich ed Eli Feldstein sono stati fermati con l’accusa di corruzione, contatti con agenti stranieri e riciclaggio di denaro. Secondo gli investigatori, che hanno chiesto una proroga della custodia di nove giorni, i due avrebbero ricevuto fondi dal Qatar per attività di comunicazione volte a promuovere gli interessi di Doha in Israele. Il tribunale di Rishon Lezion, competente per il caso, ha confermato gli arresti domiciliari per altre 48 ore.

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3 commenti su “Beirut. Eliminato il leader di Hezbollah”

  1. Curioso che chi ha rubato la terra ad altri ed imposto la sua presenza con il terrorismo, definisca gli altri terroristi.
    Stato ebraico de facto, non de jure, ricordiamolo sempre, il che mette in evidenza l’enorme favola costruita attorno a quello che avviene da decenni.

    I compagni di merende appartenenti ad Hamas, parrebbero molto utili alla causa sionista. Senza di loro, sarebbe possibile compiere ciò che viene reputato genocidio, invadere altri territori, avere il sospetto che stiano perseguendo con il loro integralismo il progetto tanto ambito?
    D’altronde, sappiamo come bibi li abbia sostenuti, anche economicamente.
    Quindi, saranno più che altro suoi compagni di merende?
    15.000 bambini ammazzati, al netto di uomini e donne civili. Quindicimila.
    E il silenzio regna nel mondo, perché qualcuno ha un qualche diritto superiore che gli permette tutto, vergognosamente.

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  2. Paolo, ma un minimo dubbio che la sua narrazione sia un po’ artefatta? La storia è molto più complessa di ciò che lei semplicisticamente e a senso unico sta rappresentando.

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  3. Anonimus, mi vuol dire che Israele ha giuridicamente diritto di essere lì? E che i terroristi sono quindi i palestinesi?

    Partiamo dal diritto giuridico di essere lì, se c’è l’ha o meno.
    Se non c’è l’ha, ne consegue che tutto ciò che è stato fatto dal sionismo è occupare abusivamente terre, ammazzarne i residenti o cacciarli, espandersi e capovolgere la narrazione.
    Le cose sono semplici, come dice spesso lei. Il problema è che vengono ingarbugliate appositamente.

    Qualcuno ha dato loro il diritto di prendersi più della metà della Palestina? Di allargarsi successivamente? Di ghettizzare Gaza? Di occupare Gerusalemme e controllarla?
    Se qualcuno ha concesso questo diritto, me la prendo con quel qualcuno oppure provo a vederla in modo diverso.
    Se quel diritto non ce l’hanno, c’è poco da discutere su chi sia il terrorista e su chi la vittima.

    Ascoltavo che nella storia ci sono solo due casi di colonialismo dove si ammazza la popolazione autoctoni, mentre nella norma si occupa un territorio, lo si governa e tutto procede.

    Uno è quello degli indiani d’America, l’altro è quello degli inglesi a danno degli aborigeni australiani.

    Israele come lo consideriamo?

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