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L’altra morte di Giulio Cesare….di Ruben Ricca

Tempo di lettura: 2 minuti

Scrivere sul nulla era la massima ambizione di Flaubert. Come con Beckett, l’obiettivo era sapere (o almeno intuire) cosa facciamo in questo mondo, in questo tempo che ci è toccato vivere. Sembra quello che diceva Lotman sul cinema. Per capire il fotogramma 1 vediamo il 2 e per capire il 2 vediamo il 3 e il 3 ci porta al 4 e così via, all’infinito. Come con il cinema, la realtà ci lascia un sapore strano in bocca, agrodolce e in qualche modo insoddisfatti (sarà per questo che vedo e ho visto tanti film? Come ossessione di capire cosa ci succede) Il lavoro dà un senso alla vita, anche la schiavitù. Uno schiavo, alla fine, può credere che il suo destino è quello, essere schiavo. Una persona che non ha altra ambizione che lavorare, che non si chiede altro, crede che i suoi giorni siano giustificati. Invece, l’uomo che pensa liberamente è un pericolo, per lui e per gli altri. Se fossimo rimasti in Paradiso lo avremmo corrotto. Qualcuno si sarebbe chiesto perché tanta felicità, che diritto avremmo per questo. L’uomo è un animale così idiota che inevitabilmente cade nell’insoddisfazione. Wilde ha detto che l’uomo è un dio quando sogna e appena un mendicante quando pensa. Bisognerebbe aggiungere che è sempre uno stupido. Alla fine siamo giunti alla conclusione che noi siamo il problema, noi siamo la nostra disgrazia. Si ricordi di Popper e del Paradosso della Tolleranza. In India, le scimmie che occupano i templi disabitati vivono facendo la guerra gli uni agli altri. Annoiati, fanno la guerra tra loro. Un antropologo direbbe che fa parte della natura delle scimmie. Forse parte della nostra natura è ucciderci a vicenda. Nella Curia di Pompeo, il 15 marzo 44 a.C. Servilio Casca diede il primo colpo di pugnale a Giulio Cesare. Tilio Cimbro, Cayo Casio, Decimo Giugno e infine Marco Giugno Bruto aiutarono a distruggere la democrazia credendo che con la morte di Cesare la salvassero. Quattro centosessanta anni dopo, ad Alessandria, un’orda di fanatici cristiani squartarono Ipazia, anch’essi credevano di salvare Cristo. Durante il crollo della Repubblica di Weimar, il linguaggio politico e religioso si fonde in una stessa convinzione e consente a Hitler di salire al potere per l’errore di sottovalutare il presente. È riduzionismo pensare che oggi non c’è democrazia? Forse sì, ma come chiamare il momento attuale? Votare non sembra essere sufficiente per garantire un sistema che chiamiamo democrazia. Forse dovremmo assumere che non viviamo in democrazia, che in realtà mentre alcuni si sforzano di costruirla, altri fanno l’impossibile per corromperla. La premessa oggi sembra essere quella di prendere il potere e poi fare quello che vuole il vincitore. Come se il vincitore avesse diritto sul resto dei mortali. Non è vero che il popolo non sbaglia mai quando vota. La storia dimostra che il popolo si è sbagliato in Germania nel 1933 e in Italia nel 1924 e nel Regno Unito con Margaret Thatcher e in Ungheria con Orbán e in Polonia nel 2015 e negli Stati Uniti con Trump e in Brasile con Bolsonaro. Vincere non significa sempre avere ragione. Quando quasi la metà della popolazione non partecipa al gioco democratico ci avviciniamo pericolosamente a una dittatura morbosa e viziata. Quale valore rappresentativo può avere chi viene eletto da una minoranza mentre quasi la metà dei cittadini guarda altrove? Lo ripeto o si capisce? Voltaire una volta disse che la ragione è sempre dalla parte di Dio. Napoleone cambiò la frase e assicurò che la ragione è dalla parte dell’artiglieria più pesante. Comprare voti per vincere in un’elezione è giocare alla menzogna col Diavolo. Siamo anche responsabili per non fare nulla. Sono responsabili anche coloro che non si oppongono.  C’è chi crede che un Manifesto per la Cultura sia una dichiarazione di gente depressa e così la Cultura si ritira spaventata davanti all’avanzare della stupidità e della barbarie. Chi protesta è un delinquente e chi non è d’accordo deve essere sacrificato e il bottino viene trascinato ed esibito nella parata del trionfo mentre la Metà che non Sceglie guarda con una smorfia idiota in faccia. Anche se la Tarda Repubblica Romana si è conclusa nel 22 a.C. l’assassinio di Cesare annuncia l’inevitabile morte della democrazia, l’altra morte di Giulio Cesare. La democrazia che è nata in Grecia e a Roma, la democrazia per la quale Churchill si è battuto in una guerra, forse morirà anche qui, forse vedremo l’ultimo atto circa 2500 anni dopo.

Scrivere sul nulla era la massima ambizione di Flaubert. È incredibile come dalla più squisita manifestazione dello spirito gli umani possano cadere così in basso, fino al fondo della cosa più corrotta e igmunda. Verso la metà del XX secolo Aldous Huxley pronosticò che in futuro (nel nostro presente) la gente vorrebbe con passione essere governata da una Demagogia Borghese. Ha detto anche che il dolore è un orrore che affascina.

Rubén Ricca

(autore e regista)

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5 commenti su “L’altra morte di Giulio Cesare….di Ruben Ricca”

  1. Non comprendo perché, e secondo chi o quale visione democratica, gli elettori avrebbero sbagliato a votare Trump e orban (mancherebbe bolsonaro alla lista). La bufala di ipazia tale rimane, nonostante la visione politicamente corretta sia identica nel mondo odierno a quella delle crociate, dell’inquisizione e del nuovo mondo. L’importante e dare contro il cristianesimo e distruggerlo, con i risultati che vediamo e con il compiacimento di satana. diavolo, infine, lo scriverei con l’iniziale minuscola, non gli darei questa importanza proprio perché non ne è degno sicuramente.

    L’insoddisfazione fa parte dell’uomo, perché si ricerca qualsiasi cosa per essere soddisfatti tranne Dio, avendolo cacciato dalla politica e dalla società. Si crede a tutto pur di non credere a Dio.

    Se la metà degli elettori non va a votare, la motivazione è che si è compreso molto bene che questa non è democrazia ma inganno, oppure, per i meno informati, più semplicemente, la politica non rispecchia la volontà del popolo, ma la volontà di organi sovranazionali non eletti. Se non sono eletti, e dettano la nostra politica, dov’e la democrazia? Dov’era quando si è deciso di entrare in Europa? Dov’era quando è stata ceduta sovranità? Dov’è nel momento in cui si applicano norme inutili che dopo millantati sogni di gloria ci stanno affossando? Dov’è quando la politica interna, se non rispecchia quella europea, viene affossata e ricattato dai mercati?

  2. Tonino Spinello

    In una commedia di Luigi Pirandello (mi sembra) diceva di uno che si domandava “comu na cruedda ri pummaroru putia trasiri n’te na boccia”. E lo diceva guardando il vaso con il concentrato di pomodoro.
    Ruben Ricca è il concentrato e io “a cruedda re pummaroru”. In pratica ha sintetizzato quello che ho sostenuto io sprecando un mare di parole. A proposito di artisti, anche scrivere è un arte!
    Sa cosa Le dico? A volte la vita è più fantasiosa della fiction!

  3. E stamattina mi sono svegliato con la “notizia”
    Orban vota contro la Meloni, porella, lei non lo capisce, ma i sovranisti fanno il loro lavoro (che è proprio questo), loro sono appunto sovranisti e non gli serve aiutare altri stati Italia compresa, Meloni compresa.
    Ma questo Meloni non lo sapeva e anche chi segue Meloni… ecco, questo è il sovranismo sinonimo di egoismo.
    Nella tua prossima vita Giorgia, studia, studia, studia, non ti imbottire di saluti romani o inutili idee senza comprendere cha l’Italia non si trova nelle condizioni di essere sovranista… capite Giuorgia e tutti i suoi seguaci e, salutatemi Orban.
    Messaggio trasmesso, chiudo e auguro buona giornata a tutti anche ai sovranisti del paese delle banane, già, perchè proprio per l’esistenza di persone, come dire, deboli di comprendonio (anche se pensano di essere illuminati tacciando altri di seguire il gregge) proprio per questo l’Italia è il paese delle banane.

  4. Povero Vincenzo, adesso si accorge quale democrazia europea segue da perfetto indottrinato. Dice porella alla Meloni. E gli altri che l’hanno preceduta? SuperMario compreso? Questa è la dittatura mascherata in democrazia di Bruxelles, di Washington, a cui lei crede…..!! Sono tutti uguali!! Un illuminato, intellettuale, conoscitore della verità, quale lei si crede, si accorge solo adessoooo?? Che ridere!! Pur di stare aggrappati alla poltrona devono ubbidire a Bruxelles, e Washington. Altrimenti hanno i mezzi per far cadere un governo eletto democraticamente dal popolo, questi sono i fatti!! Questa è la sua Europa Vincenzo, quella che gli ha fatto fare quattro dosi di inutile è dannoso siero, quella che gli ordina quando prelevare, che non può avere contante, cosa deve mangiare (tra un po’ le larve dei cadaveri), quelli che gli infinocchiano “a lei” che l’uomo può influire sul cambiamento climatico, del CO2 nell’aria, ecc ecc. Adesso definisce repubblica di banane ……lei fa parte del gregge!! Che figura di…………!! Buon divertimento con le favole a cui lei crede!!

  5. Il savio Spinello parlava di morti che camminano qualche settimana addietro, lui ha perfettamente ragione, c’è gente che vive l’incubo della vittoria russa e che i russi possano arrivare fino a qua, predicano ed auspicano la distruzione dell’Europa e l’annientamento degli USA, vero!
    Sono loro i morti che camminano! Noi osserviamo, andiamo avanti con serenità, siamo “indottrinati” così li facciamo belli e contenti, siamo il “gregge” per farli stare sereni…
    sono stà gente ad essere morti che camminano Spinello… lunga vita a voi e che possiate trovare la serenità che sicuramente vi manca.

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