
Riaperto, dopo gli interventi di restauro, il Castello dei Conti a Modica, luogo fortemente identitario che racconta la storia della Città e dei suoi abitanti, la loro fiera appartenenza a un territorio aspro e generoso.
E proprio questa mattina, l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, ha inaugurato, insieme al Sindaco di Modica Ignazio Abbate, il Castello, che ha riaperto dopo gli interventi di restauro.
Presenti all’inaugurazione anche il parlamentare regionale Orazio Ragusa, il Soprintendente di Ragusa Antonino De Marco, diverse autorità civili e militari locali e molti studenti.
“Il Castello, con la sua forte caratterizzazione e centralità – ha detto l’assessore Samonà – rappresenta ancora oggi un luogo fortemente simbolico per tutta la comunità, ne racconta le radici e aiuta a comprenderne il carattere. Nata come struttura difensiva – ha sottolineato ancora l’assessore Samonà – si trova oggi a svolgere un ruolo non meno importante e impegnativo: quello di difendere dall’ignoranza e costruire occasioni di crescita e confronto”.
Il Castello, che ha rappresentato per secoli la sede del potere politico e amministrativo della Contea di Modica, ha subito negli ultimi anni importanti interventi di recupero da parte della Regione e del Comune.
11 commenti su “Modica, riaperto il Castello dei Conti”
@ Samona assessore :
Portatevi Gnaziu via di qua..
Ma da quanto ho avuto modo di vedere Gnaziu è trombato prima di partire…
Lui bussa in cerca di un giaciglio, ma chi volete che gli apra le porte..
Abbate spieghi ai cittadini come è possibile inaugurare un’opera incompleta sulla quale ancora devono essere realizzati lavori per unmilione settecentomila euro, come previsto dal progetto inserio al punto 26 del Piano Triennale delle Opere pubbliche, approvato dal Consiglio Comunale soltanto il 19 aprile scorso.
Forse fra qualche mese, prima delle prossime elezioni, sarà prevista una seconda inaugurazione nello stesso Castello ?
Vito D’Antona
Di nuovo? Mah…! Ottimo lavoro fatto anche di fronte al Castello. Messi paletti e panchine nell’unico parcheggio che c’era al Corso S Giorgio. Complimenti. Sempre meno parcheggi…. Era l’unico posto dove si parcheggiava in regola.
Chi sa dirmi perchè il Nino leghista non era presente alla gita fuori porta di un assessore regionale ??
Chi gestirà il Castello? Il Comune o un’associazione?
Già, c’erano tutti . . .
C’era anche Zuddu, ma non Ninu.
Per sicuro vorrà dire qualcosa.
Posso inaugurarlo il prossimo mese per la cresima di mio figlio? Poi, se fosse ancora libero, lo vorrei inaugurare ad agosto quando scendono i parenti dalla Germania e a dicembre quando i miei genitori festeggiano i 50 anni di matrimonio
Metto a disposizione della lega locale un piccolo gregge di capre e pecore corredati da cane pastore kuvasz, per il diserbo ecologico compatibile delle zone inerbite.
N.B. Ercole ( razza kuvasz ) di stazza robusta , stazza sui 65 kg non accetta atteggiamenti anti democratici che vadano a ledere il “gregge”. ( far presente a Ninu e Zuddu ).
@ allevatore:
Com’è possibili avere un cucciolo di kuvasz?
Il teatrino della politica, con la “t” minuscola, che ci propone varie repliche del suo triste spettacolo. Almeno cambiassero gli attori, invece dei soliti buffoni.
Come si legge nell’articolo, è stato sottolineato che il castello continua a svolgere un importante ruolo di difesa, oggi anche dall’ignoranza, e di promozione della crescita e del confronto.
Ma persino a chi, come me, è digiuno di storia e fatica a collegare mnemonicamente le epoche storiche e gli accadimenti che le contrassegnano sembra che il maniero continui invece ad essere vittima dell’ignoranza, che riduce a poltiglia il confronto e compromette irrimediabilmente la crescita.
Mi sono spesso chiesto quale idea di castello può dare, ai nativi e ai turisti, un edificio rivestito di intonaco, e quale processo di recupero, conservazione e tutela si sia innescato e sviluppato nel corso del tempo, intercorrente tra l’edificazione nel XIII secolo, il grave danneggiamento a causa del terremoto nel XVI secolo e la sua “salvaguardia” fino ai giorni nostri.
Wikipedia riporta che “crollate a causa del terremoto del 1693, o demolite perché di intralcio allo sviluppo urbanistico moderno della zona, quasi nulla più resta delle 5 torri, delle 4 porte e della cinta muraria dell’antico maniero”.
Quindi e ancorché nella sintesi ricostruita, sembra non essere storicamente chiaro perché delle antiche vestigia resta ben poco mentre è logicamente inspiegabile, a parer mio, tale moderna veste muraria.
Tuttavia e rassegnati a questa metamorfosi kafkiana, la cui causa a quanto pare non è ascrivibile ad alcuno, si constata che i cerimoniali a ogni piè sospinto nella penisola e nelle sue appendici insulari fanno assumere ai fin troppo impegnati rappresentanti del popolo anche il ruolo, faticoso e a quanto pare gratificante, di cerimonieri, ossia maestri di, ma soprattutto in, cerimonie; innovatori dell’accezione stessa del termine “inaugurazione”, che da celebrazione solenne di un inizio diviene – anche qui una metamorfosi – l’inizio di una serie di solenni celebrazioni.
Ho casualmente scoperto che ad Alcamo c’è un Castello dei Conti di Modica, da cui prese il nome perché ne furono i proprietari dal 1410 al 1812, ed è sorprendente che dal 1340, pur tra opere manutentive e restauri ma senza distruzioni di natura sismica in mezzo, conservi le sue originarie fattezze.
In occasione di un giugno modicano della nostra storia recente ho potuto ammirare una spettacolare scenografia sul palco allestito in Piazza Matteotti: un castello di cartapesta, bellissimo. Sembrava vero.
Non mi è dato sapere a quale maniero si siano ispirati gli scenografi.
Fossero nati qualche secolo prima….