
Con la sentenza emessa il 26 gennaio e depositata il 10 febbraio 2021, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 4, commi 1 e 2, e dell’art. 13 della legge n. 13 del 19 luglio 2019 della Regione Siciliana, cioè la legge regionale sugli appalti. Secondo la Corte, la legge regionale “invade la sfera di competenza esclusiva statale in materia di ‘tutela della concorrenza’, adottando previsioni in contrasto con quelle del codice dei contratti pubblici”.
In pratica, la Regione Siciliana aveva individuato un sistema di valutazione della aggiudicazione e del calcolo della anomalia diverso da quello previsto dal codice degli Appalti D.Lgs 50/2016 per le procedure ordinarie di affidamento dei lavori pubblici previsto su tutto il territorio nazionale.
Il provvedimento legislativo era stato impugnato per sospetta illegittimità costituzione e nelle more, la Regione aveva emanato direttive confermando l’applicazione del calcolo regionale difforme da quello nazionale, in attesa dell’esito del ricorso pendente innanzi alla Corte Costituzionale.
“Con la sentenza depositata la scorsa settimana – dichiara il segretario del Partito Democratico di Ragusa, Giuseppe Calabrese – la Corte si è pronunciata sulla illegittimità costituzionale dei criteri applicati in Sicilia e questo pronunciamento provocherà di certo la revoca di tutte le procedure ordinarie di gara (aperte e ristrette) condotte sulla base dei criteri regionali, ovviamente per gli affidamenti non ancora giunti all’aggiudicazione, e temiamo possa provocare una mole di contenziosi non quantificabile a oggi, sia da parte di chi è stato escluso dalle gare per l’applicazione dei parametri incostituzionali stabiliti dalla Regione Sicilia, sia da coloro che si vedranno annullate le procedure a seguito della sentenza della Corte Costituzionale. In ogni caso, sarà un bel pasticcio! Ci farebbe piacere sapere, a questo punto, se le gare in itinere condotte dagli uffici comunali di Ragusa siano soggette a questo gravissimo inghippo o se il Comune, precauzionalmente, abbia utilizzato altre procedure al di furori delle norme sopra citate, quali quelle negoziate, non interessate dalla vicenda di cui abbiamo parlato”.
“Ci rendiamo conto che si tratta di questioni tecniche e difficili da spiegare – continua Calabrese – ma riteniamo che la trasparenza e la comunicazione debbano essere strumenti da utilizzare su ogni questione che la municipalità tratta, anche su quelle più complesse. Cercheremo di comprenderle e seguirle. D’altra parte – conclude – riteniamo che sia un nostro diritto conoscere la posizione del Comune in ordine alle attività burocratiche poste in essere relativamente agli affidamenti per i lavori pubblici comunicate nei siti istituzionali e su FB negli scorsi mesi”.













