
RAGUSA, 19 Ottobre 2025 – Il GIP del Tribunale di Ragusa, Gaetano Dimartino, ha respinto tutte le richieste avanzate dalla difesa, confermando le misure cautelari per i tre indagati in un grave caso di lesioni aggravate. La decisione è arrivata anche a seguito del parere contrario espresso dal Pubblico Ministero Gaetano Scollo.
Il reato contestato dalla Procura di Ragusa è quello di lesioni aggravate per futili motivi di vendetta.
I fatti contestati hanno portato all’emissione di tre diverse misure cautelari: un tunisino di 27 anni è finito in carcere, un connazionale di 34 anni, è stato ristretto agli arresti domiciliari, a una donna ragusana di 36 anni, moglie del tunisino in cella, il Gip ha imposto l’obbligo di dimora in città, con il divieto di uscire di casa nelle ore serali. La donna è accusata di essere concorrente morale e istigatrice dell’aggressione.
Secondo l’accusa, l’episodio di violenza sarebbe scaturito da motivi di vendetta. Il ferito, un uomo di Vittoria, avrebbe in precedenza insultato la donna e preso a calci il portone d’ingresso della sua casa.
L’aggressione è stata particolarmente violenta. L’uomo è stato colpito con calci, pugni e un violento colpo di bottiglia di vetro alla testa. Ha riportato fratture alle ossa nasali, trauma cranico e contusioni varie, con una prognosi giudicata guaribile in oltre 40 giorni.
Durante l’interrogatorio, i due tunisini hanno cercato di sminuire la gravità dei fatti, ma la loro versione non ha convinto gli inquirenti. Il primo aveva dichiarato un incontro casuale con il vittoriese, mentre il secondo aveva sostenuto di essere intervenuto solo per dividere i due. Versioni che, per l’accusa, sarebbero state smentite dalle riprese delle telecamere.
Dopo l’aggressione principale, la situazione è degenerata. Sul posto sono arrivati i parenti dell’aggredito e un gruppo di 15 tunisini, che hanno colpito con schiaffi e pugni il nipote del vittoriese. L’intera sequenza violenta è avvenuta mentre transitavano persone che avevano appena finito di assistere alla rappresentazione del martirio di San Giovanni Battista in Cattedrale.
L’avvocato Michele Savarese, che ora difende tutti e tre gli indagati, ha già preannunciato il ricorso al Tribunale del Riesame di Catania per chiedere la revoca delle misure o quantomeno un loro alleggerimento.













