
In un’epoca dominata dall’intelligenza artificiale, dall’iperconnessione e dalla frenesia, può sembrare strano — eppure necessario — prendersi un momento per ascoltare la voce della poesia. È proprio questo gesto audace e profondamente umano che Domenico Pisana compie con il suo volume, Poesia come vita. Per un nuovo umanesimo nell’era digitale, un’opera che si inserisce con forza e chiarezza nel cuore pulsante del nostro tempo.
Il testo si sviluppa come un ampio e articolato discorso critico e antropologico, affrontando i temi più urgenti della contemporaneità: il rischio di una frammentazione dell’identità, la crisi delle relazioni autentiche, il naufragio delle istituzioni e della coesione sociale. In questo contesto — segnato da disillusione e individualismo — Pisana vede nella poesia non solo un atto estetico o comunicativo, ma una forza salvifica, un’energia capace di risollevare l’umano.
Con uno sguardo che è al contempo storico e profetico, l’autore rilegge i grandi poeti del passato — da Quasimodo a Montale, da Ungaretti a Lorca — mettendoli in dialogo con le inquietudini del presente. La poesia viene così presentata come un luogo d’incontro tra memoria e futuro, tra individualità e collettività, tra il dire e l’essere. Una parola, quindi, che non si limita a raccontare, ma che crea, interpella e ricostruisce.
Il volume si distingue anche per la sua capacità di unire rigore analitico e tensione emotiva. La scrittura di Pisana è colta, ma accessibile; intensa, ma mai ermetica; filosofica, ma radicata nella realtà. La poesia, in queste pagine, diventa uno spazio critico e spirituale, linguaggio della verità, esercizio di responsabilità. E soprattutto, si propone come un luogo di resistenza alla disumanizzazione della società digitale, offrendo al lettore un’alternativa di senso, una possibilità di rinascita.
Destinato a studiosi, poeti, educatori, ma anche a chiunque senta il bisogno di riscoprire la dimensione profonda dell’essere umano, questo libro è un invito alla riflessione e al dialogo. È una chiamata alla cura dell’interiorità, alla custodia della bellezza, alla costruzione di un nuovo umanesimo fondato sulla parola poetica come atto d’amore.
Nel solco della grande tradizione letteraria, ma con lo sguardo rivolto al futuro, Domenico Pisana ci consegna un’opera coraggiosa, necessaria e luminosa. E ci ricorda che la poesia — oggi più che mai — non è un lusso per pochi, ma un bisogno essenziale per tutti.
Lamia El Sherif
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Lamia El Sherif è Ordinario di Letterature comparate e Capo del Dipartimento d’Italianistica – Università di Badr al Cairo. È stata anche membro della giuria del Premio Refaa per la traduzione (2018), della giuria del Premio Giovani per la traduzione (2018), della giuria del Premio Fiera del Libro (2019), e del Premio Strega (2020).
Ha svolto numerose attività di traduzione di opere italiane, tra cui: Le storie di Jufà (2019), La letteratura araba contemporanea dalla Nahda a oggi (Centro Nazionale della Traduzione, Il Cairo, 2019), Italia patria degli scienziati (Dar El Shorok, 2010), L’Occidente nella cultura araba (Centro Nazionale della Traduzione) e Le tre città di Farah Antun (2024, Istituto di Nallino, Roma, Italia). Svolge inoltre attività di supervisione su ricerche scientifiche riguardanti la letteratura italia¬na e la letteratura comparata italiana.













