
Ragusa, 02 ottobre 2025 – Anche a Ragusa la Cgil manifesta in occasione dello sciopero generale nazionale proclamato per domani, venerdì 3 ottobre, in difesa della Flotilla, dei valori costituzionali e per Gaza. L’appuntamento è fissato in piazza Matteotti a partire dalle ore 9.00, con la partecipazione di lavoratrici, lavoratori, studenti, associazioni e cittadini. «L’aggressione contro navi civili che trasportavano cittadine e cittadini italiani, afferma il segretario della Cgil di Ragusa, Giuseppe Roccuzzo, è un atto di gravità estrema: non solo un crimine contro persone inermi, ma un attacco all’ordine costituzionale e al principio stesso di solidarietà internazionale. È grave che il governo italiano abbia scelto di abbandonare lavoratrici e lavoratori, volontarie e volontari imbarcati su acque internazionali, violando i principi fondanti della nostra Repubblica». Lo sciopero riguarderà tutti i settori, pubblici e privati, per l’intera giornata, ai sensi dell’articolo 2, comma 7, della legge n.146/90. Saranno comunque garantite le prestazioni indispensabili, come previsto dalle regolamentazioni di settore. La Cgil di Ragusa invita cittadine e cittadini a partecipare alla mobilitazione in piazza, «per ribadire che la pace, la giustizia e la dignità dei popoli non sono negoziabili. Difendere Gaza, la Flotilla e i nostri valori costituzionali significa difendere la democrazia e i diritti di tutti».
1 commento su “Sciopero generale Cgil. Ragusa in piazza per Gaza, la Flotilla e i valori costituzionali”
Difendere il popolo palestinese da un massacro continuo e sistematico è sacrosanto. Soprattutto per l’impressionante numero di morti civili. Giornalisti compresi.
Difendere la Flotilla non è democratico come vorreste farci intendere, qua di democratico c’è solo Israele per come ci avete sempre raccontato. Lo fate solo per la propaganda politica del PD e di tutti i globalisti che la compongono. Uno sciopero generale in Italia a chi vuoi che interessa? Ai palestinesi? Agli israeliani? Alla CGIL non interessa scioperare per le chiusure di fabbriche, vedi Stellantis e altro, non interessa la raggelante perdita di lavoro di milioni di operai, interessa scioperare per la Flotilla che avrebbe dovuto fare non so cosa in nome di non si sa chi? Per i terroristi israeliani non servono scioperi, basta smettere di dargli armi, e applicare gli embarghi e le sanzioni come di solito si fa con tutti gli altri. Senza armi e senza soldi non si possono continuare le guerre, ma la CGIL e il suo partito hanno bisogno di consensi e numeri per stare a galla difendendo quattordici barche a vela che volevano farsi la gita a Gaza e magari molti selfie da pubblicare nei loro profili. Ora però il profilo glielo fotografano gli israeliani e dopo li mandano da dove sono venuti facendo ridere mezzo mondo. Ma in compenso per 10-15 giorni hanno tenuto banco nei media italiani mentre quelli francesi, spagnoli, inglesi ecc. solo qualche trafiletto e basta. Figuriamoci se montano uno sciopero nazionale per una flotta di Gretini. Ma la CGIL è un patrimonio solo italiano e “ca nun si tussi”. Non è così lavoratori di tutta Italia?