
21 Settembre 2025 – L’inchiesta del giornalista Massimiliano Coccia per la rivista online Linkiesta sta scuotendo l’opinione pubblica. L’indagine, che rivela un presunto traffico di armi tra la Russia e le organizzazioni criminali italiane, ha spinto il senatore del Partito Democratico, Alberto Losacco, a presentare un’interrogazione urgente al Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.
Lo scambio: armi per chip
Secondo quanto emerso dall’inchiesta, il traffico funzionerebbe così:
• Armi russe per la mafia: Armi prodotte da fabbriche statali di Mosca, prive di matricola, verrebbero immesse nel mercato nero italiano. Queste armi non sono destinate solo alla criminalità organizzata, ma vengono anche stoccate in depositi segreti in Italia, sotto il controllo dei russi.
• Componenti italiani per la Russia: In cambio, dall’Italia verrebbero esportati chip e componenti elettroniche ad alta tecnologia, essenziali per la produzione di droni da parte della Russia. Questo scambio viola apertamente le sanzioni internazionali.
Le rotte del traffico
Il traffico si snoderebbe lungo due direttrici principali:
• Il Sud Italia: I carichi di armi, nascosti in barili di carburante, arriverebbero via mare nei porti siciliani di Augusta e Pozzallo. Da lì, le armi verrebbero trasportate in depositi nelle periferie di Catania, dove le forze dell’ordine hanno già sequestrato fucili d’assalto come i kalashnikov AK-47 in ottime condizioni.
• Il Nord Italia: Lungo i valichi del Friuli Venezia Giulia, verrebbero intercettati piccoli carichi in doppi fondi di camion. In senso opposto, viaggerebbero i componenti tecnologici destinati a Mosca.
Il senatore Losacco ha definito lo scenario “allarmante”, sottolineando come la questione vada oltre i normali traffici illeciti. L’attenzione si sposta ora sul governo, che dovrà rispondere in Parlamento alle richieste di chiarezza su questa preoccupante indagine.
2 commenti su “Traffico di armi e droni attraverso i porti di Pozzallo ed Augusta tra Russia e mafia? Indagine arriva in Parlamento”
È grave che sia solo un giornalista a fare questo tipo di denuncia e non tutte quelle forze deputate al controllo delle strutture portuali, del traffico via mare, dell’ imbarco e dello sbarco delle merci! Ma queste istituzioni con i loro dipendenti esistono? E se esistono cosa fanno durante i turni di lavoro?
Che strano, la Russia manda armi alle mafie e l’Ucraina ai terroristi. Ma giornalisti e politici ci raccontano solo dei delinquenti russi. Quelli ucraini sono delinquenti democratici. In ogni caso “Ha stato Putin”.