
SCICLI, 18 Settembre 2025 . Una crisi che puzza di negligenza e silenzio. È quanto sta accadendo a Scicli, dove la comunità locale e l’associazione “Forum Operatori Turistici” denunciano una situazione idrica drammatica. Dopo l’ordinanza del 12 settembre che ha dichiarato l’acqua non potabile per contaminazione fecale, l’unica cosa che sembra essersi riversata sulla città è un assordante silenzio.
“Il problema -spiega Maurizio La Micela, Presidente Associazione “Forum Operatori Turistici” – riguarda, in particolare, la zona di Donnalucata e buona parte della fascia costiera, dove le fognature sono entrate nell’acquedotto. Un fatto grave, a cui si aggiunge la mancanza di comunicazione da parte degli enti preposti. Sebbene si ringrazino gli enti di controllo per aver segnalato il problema, il cittadino si chiede: perché, a distanza di giorni, non è stato comunicato nulla di nuovo”?
La denuncia prosegue sottolineando la mancanza di trasparenza. Sul sito di Iblea Acque, l’ultimo documento sulla qualità dell’acqua per Scicli risale a mesi fa, eppure le analisi che hanno reso l’acqua insicura non sono state rese pubbliche. Questo crea incertezza, non solo per la salute dei cittadini ma anche per l’economia locale, che vive di turismo.
Ma la contaminazione è solo la punta dell’iceberg. Il problema strutturale più grave è quello delle perdite idriche. Secondo il circolo locale, le perdite sulla rete idrica di Scicli si aggirano tra il 50 e il 60%, un dato sconvolgente se confrontato con la media nazionale, già allarmante, del 45,5%. La fuoriuscita costante di acqua dal sottosuolo, in particolare in zone come Via F. M. Penna, non solo rappresenta uno spreco inaccettabile, ma solleva anche interrogativi sulla stabilità strutturale del terreno.
La critica si sposta poi sulla politica, accusata di non avere una visione a lungo termine. Il sistema idrico e fognario è fatiscente, ma i fondi del PNRR destinati a Scicli sono indirizzati verso il telecontrollo e i misuratori per l’irrigazione, senza un solo euro per un intervento strutturale sulla rete idrica cittadina. Questo, a fronte di un fabbisogno stimato di oltre 15 miliardi per mettere in sicurezza gli acquedotti italiani.
Mentre le infrastrutture cadono a pezzi, la politica siciliana continua a finanziare “progetti di facciata” e “mance” per coltivare il consenso elettorale. Viene citato l’esempio dei 100 milioni di euro stanziati nel bilancio regionale del 2024, da distribuire ai deputati, che servono a finanziare sagre e tornei invece che investimenti essenziali.
Il messaggio finale è chiaro: non servono proclami, ma il coraggio delle infrastrutture. Sistemare la rete idrica e fognaria significa affrontare disagi a breve termine per garantire alla comunità acqua pulita, salute e sicurezza economica per il futuro. Questo è l’unico modo per i politici di dimostrare una visione a lungo periodo, superando la comoda ricerca del consenso che rischia di condannare tutti a un malessere collettivo.