
foto: Giannino Ruzza
Nella notte gelida tra il 14 e il 15 dicembre 1989, un camion pianale scivolò in retromarcia su Broad Street, proprio davanti alla sede della Borsa di New York. In pochi minuti, con una gru e un manipolo di amici, lo scultore siciliano Arturo Di Modica scaricò a terra un toro di bronzo di oltre tre tonnellate e lo piazzò sotto il grande albero di Natale. Nessun permesso, nessun invito. Solo un biglietto d’intenti: un “regalo alla città” per rialzare la testa dopo il trauma del crollo del 1987. Quell’azione di “guerrilla art” durò quanto un cambio di pattuglia: poche ore più tardi la polizia portò via la scultura in un deposito, ma l’ondata di curiosità e simpatia fu tale che, nel giro di cinque giorni, il toro tornò in strada e trovò casa definitiva a Bowling Green, dove sta tuttora, muso basso e zampe pronte alla carica, rivolto lungo Broadway. Un’idea nata dal “lunedì nero”. Di Modica, arrivato a New York da ragazzo e diventato scultore a SoHo, concepì il Charging Bull dopo il “Black Monday” del 19 ottobre 1987. Pagò di tasca propria modellazione, fusione e installazione – una cifra nell’ordine dei 350–360 mila dollari – lavorando per due anni tra lo studio di Crosby Street e una fonderia di Brooklyn. Il messaggio, disse poi, era semplice: forza, resilienza, ripartenza. Non il trionfo della finanza, ma un invito a non arrendersi nei momenti peggiori.
Dimensioni, fonderia, logistica
Il toro misura circa 3,4 metri d’altezza per 4,9 di lunghezza e pesa 7.100 libbre (oltre 3,2 tonnellate). Fu fuso alla Bedi-Makky Art Foundry di Greenpoint, una storica fonderia newyorkese specializzata nel bronzo. Portarlo di nascosto nel cuore del Financial District fu un’operazione coreografata al minuto, studiata osservando i giri delle pattuglie e sfruttando la copertura dell’albero di Natale, sotto il quale venne “parcheggiato” come dono inatteso ai pendolari del mattino.
Dalla rimozione al culto pop
La Borsa chiamò la polizia e la scultura fu rimossa lo stesso giorno. Ma la pressione dell’opinione pubblica e l’intuito dell’allora Department of Parks fecero il resto: il 20 dicembre 1989 il toro venne reinstallato due isolati più a sud, a Bowling Green, dove è diventato icona turistica e simbolo per antonomasia di Wall Street e del Financial District. Oggi migliaia di persone lo visitano ogni giorno; certe parti – il muso, le corna e i testicoli – sono lucidissime per gli interminabili riti di selfie e “portafortuna”.
Il significato (e i fraintendimenti)
Nell’immaginario dei mercati, il bull market è la fase di crescita; Di Modica tradusse quell’energia in una figura tesa all’attacco, muscoli in spinta e sguardo basso. Negli anni, però, l’opera è stata letta anche in chiave critica – basti pensare a Occupy Wall Street – o affiancata da interventi che ne hanno ribaltato il sottotesto. Il caso più noto è Fearless Girl (2017), la bambina di bronzo piazzata di fronte al toro come messaggio sulla leadership femminile. Di Modica protestò sostenendo che la presenza della ragazza alterasse il significato della sua opera e rivendicò diritti d’autore e morali; la controparte replicò che la libertà di espressione e l’assenza di lesione del copyright prevalessero. La piccola statua è stata poi spostata davanti al New York Stock Exchange, ma il dibattito ha segnato un capitolo importante sul rapporto fra arte pubblica, diritti degli artisti e spazio urbano.
Un’eredità siciliana a New York
Arturo Di Modica è scomparso nel 2021 nella sua Vittoria, in Sicilia. Aveva 80 anni. La sua creatura – nata come gesto individuale e quasi fuorilegge – resta una delle immagini più riconoscibili della città, capace di coniugare artigianato colossale, narrativa pop e un pizzico di mitologia finanziaria. È forse questo il paradosso più newyorkese di tutti: un’opera nata senza permessi è diventata monumento non ufficiale di un’intera epoca, specchio fedele della città che l’ha adottata.
1 commento su “Il toro siciliano che “assaltò” Wall Street”
Grazie dott Ruzza
Una bella storia
Non la mafia che conquista New York
Ma il maestro Arturo Di Modica che conquista con la sua splendida opera