
L’aggressione migratoria all’Ue si accoppia provvidenzialmente con l’aggressione della Corte di giustizia dell’Ue alla politica. Ieri, la suddetta Corte, ha emesso il proprio verdetto contro il modello Albania, assestando un ceffone, come Mentana l’ha definito con malcelata soddisfazione, alla politica migratoria dell’esecutivo Meloni. Applausi dalle opposizioni disposte a tutto, anche fare harakiri, pur di affossare l’odiato governo. La sentenza è incentrata sul tema dei cosiddetti “paesi sicuri” e non è solo una sconfessione del decreto legge Meloni del 2024, ma una sconfessione di una linea politica condivisa da gran parte dell’Europa politica. Se vogliamo parlare di ceffone, la Corte lo ha mollato anche ai governi francese e tedesco e alla Commissione europea. Questi tre attori istituzionali avevano presentato alla Corte memorie scritte in difesa del principio secondo cui uno stato può esercitare un proprio margine discrezionale nella definizione di paesi terzi come sicuri, anche con atto legislativo, come ha fatto l’Italia, anche senza specificare tutte le fonti informative utilizzate e prevedendo alcune eccezioni. La definizione di paese sicuro, secondo la Corte, dipende se lo è per tutto il territorio nazionale e per tutte le categorie di persone. Ma il Regolamento del 2024, che entrerà in vigore nel 2026, stabilisce il principio opposto, ossia l’eccezione per alcune categorie di persone. I giudici europei, scegliendo una strada radicale, hanno stabilito che qualsiasi giudice nazionale possa disapplicare “di propria iniziativa” qualsiasi disposizione del diritto nazionale, valutando, di volta in volta, la sicurezza in base ad altre informazioni. Una ulteriore prova che in Lussemburgo il principio della divisione dei poteri è affare del passato. Allora: il diritto di decidere spetta a un governo eletto democraticamente o ad un magistrato in Lussemburgo? Comincio a pensare che J.D. Vance, nella sua analisi sulla libertà in Europa, avesse ragione. A chi intendiamo consegnare le chiavi del potere? E soprattutto: la politica alzerà bandiera bianca?