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Un medico/influencer ha diffamato online la mia fidanzata

A cura dell' Avv. Carmelo Galfo
Tempo di lettura: 2 minuti

Qualsiasi professione, oggi, viene pubblicizzata più o meno allo stesso modo.
Sia che tu sia un ristoratore, un farmacista o un macellaio affinché i tuoi clienti ti conoscano e si fidelizzano è necessario ‘’diventare un po’ influencer’’.

Anch’io ho dovuto cedere alle regole del mercato ed ho scoperto, facendomi aiutare dai professionisti del settore, che per ottenere clienti è necessario seguire una precisa strategia di pubblicazione.
Per semplificare ma anche per non venir meno al patto di riservatezza siglato con il mio social media manager, mi limiterò a dire che i contenuti da utilizzare sono di tre tipi: crescita, vendita e consolidamento; gli esempi che proporrò sono tratti dal mio profilo instagram/facebook – avv.carmelo.galfo.

I contenuti di crescita servono a far crescere il numero dei seguaci, sono contenuti attraverso cui si regala del valore al proprio pubblico.
Di norma si descrive un problema e si offre una soluzione.
Ad esempio: – è possibile utilizzare gli screenshot di whatsapp come prova durante un divorzio?
Si, purché si conservino i supporti informatici da cui sono tratti. –
La logica è quella di convincere l’utente a seguirti sulla scorta dell’implicita promessa che ciò che pubblichi gli sarà utile.

Poi ci sono i post di vendita, quelli con l’obbiettivo di convertire l’interazione in un possibile cliente.
Ad esempio: – sai che installare un sistema di videosorveglianza senza autorizzazione può comportare sanzioni fino al 4% del fatturato? Contattami per una consulenza gratuita. –
Seppur l’obbiettivo del professionista è lapalissianamente quello di vendere di più, questo tipo di post deve essere pubblicato con poca frequenza in quanto non appena all’utente ciò appaia fin troppo chiaro, la magia (ed il follow) potrebbe venir meno.

Per controbilanciare, esistono i contenuti di fidelizzazione, contenuti con cui connettersi emotivamente al proprio pubblico, mostrando ad esempio parti della propria vita, il dietro le quinte del proprio lavoro, le proprie fragilità o i successi.
E’ il tipo di contenuti che meno preferisco perché sono quelli con cui si mostrano a platee di sconosciuti (se veri e non studiati a tavolino) parti della propria sfera intima.
Ad esempio pubblico storie in cui ascolto in studio la musica di Bassi Maestro o piccoli scorci se mi capita di andare in viaggio.

Molti, tra cui diversi competitor, preferiscono mettere qualcosa di più personale come scene coi figli oppure storie di rivalsa professionale ed è proprio con un contenuto come questo che la mia fidanzata (l’utente) è stata diffamata.
Giusto per dare delle coordinate giuridiche, ai sensi dell’art. 595 c.p., una comunicazione offensiva rivolta ad un numero indistinto di persone integra il reato di diffamazione aggravata.

Vediamo i fatti.
L’utente, scrollando su instagram, si imbatte in un contenuto di valore creato da un medico nutrizionista (l’influencer) con più di 12 mila follower.
Nel post pubblicato il medico, parlando succintamente di alcune sintomatologie, prometteva di offrire un consiglio medico specifico su quella problematica a coloro che gli avrebbero scritto in privato una determinata parola chiave.
Incuriosito, fidandosi, l’utente contatta il medico con le modalità richiesta ma a quel punto gli viene comunicato che per ottenere l’informazione avrebbe dovuto aderire ad uno specifico gruppo telegram.
L’intento del medico era quello di inserire l’utente all’interno del proprio gruppo telegram così da poterlo bombardare con messaggi promozionali e convincerlo a diventare cliente.
L’utente essendo provvisto di profilo telegram, chiede la possibilità di ottenere tale informazione attraverso altri canali. L’influencer dice di no, l’utente risponde che peccato, ringrazia e saluta.

E fin qui tutto bene, senonché il medico-influencer cede davanti alla ghiotta possibilità di creare un post di fidelizzazione. Vuole mostrare ai suoi 12 mila follower fino a che punto è arrivata; che ha la possibilità di rifiutare quei clienti che non accettano le sue regole; che ormai non deve dimostrare niente a nessuno.

Non biasimo la voglia di rivalsa ma le modalità di esternazione utilizzati: fa degli screen della conversazione senza oscurare foto profilo ed username e pubblica usando la seguente dicitura:
<<Mi spiace per tutti i narcisisti-manipolatori. Non prego nessuno, non devo dimostrare a nessuno che sono brava e che merito l’attenzione di qualcuno>>

Cosa si rischia nel dare del narcisista-manipolatore ad una persona identificabile online?
La reclusione da 6 mesi a 3 anni. Ma noi siamo stati buoni, abbiamo fatto una segnalazione a Meta ed il profilo, con tutti i suoi contenuti, è stato cancellato.

12.000 follower persi per pochi minuti di celebrità.

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1 commento su “Un medico/influencer ha diffamato online la mia fidanzata”

  1. Si, ma tutto questo vale solo per i malati di “faccibuc” o altre piattaforme social che ormai dipendono da quello che gli dice un perfetto sconosciuto. Gli infuencer guadagnano e si vantano pure dei loro affari. Poi quando si scopre che hanno mentito o truffato (vedi pandori e altro) allora i cosiddetti follower abdicano verso altri influencer che gli raccontano altre stronzate. Alla fine si scopre che il 70-80% della gente è manipolata da influencer stupidi e ignoranti, ma resi grandi dai follower che li seguono come zombie. Ma questo è il nuovo mondo e guai a metterlo in discussione!

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