
RAGUSA – Un’onda di preoccupazione sta investendo il mondo della sanità a Ragusa e provincia. Il reparto di Malattie Infettive dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Ragusa, riconosciuto come un’eccellenza nel servizio sanitario pubblico, sembra essere nel mirino di una strategia che ne minaccia il ruolo e le funzioni.
Secondo quanto denunciato dal Comitato Civico Articolo 32, presieduto da Rosario Gugliotta, i vertici manageriali dell’azienda sanitaria provinciale avrebbero avviato un processo di “depotenziamento” dello staff medico del reparto. L’obiettivo, si legge nella nota, sarebbe quello di trasformare una struttura di riconosciuta eccellenza in un semplice ambulatorio con annesso servizio di day hospital.
Il reparto di Malattie Infettive svolge un ruolo cruciale nella prevenzione, diagnosi precoce, terapia e sorveglianza di numerose patologie che colpiscono organi vitali come fegato, polmoni e cuore. La sua importanza è dunque innegabile, soprattutto in un contesto dove la gestione delle malattie infettive è più che mai fondamentale.
Lo sconcerto è unanime negli ambienti sanitari non legati al clientelismo politico. Questa scelta, definita “squisitamente politica”, indebolirebbe non solo il reparto specifico, ma l’intera struttura sanitaria ragusana, che è considerata baricentrica e di riferimento a livello provinciale.
A sollevare ulteriori dubbi sono anche le normative specifiche che regolamentano i reparti di malattie infettive, le quali prevedono che siano allocati negli ospedali principali. Il Comitato Civico Articolo 32 sottolinea come l’ospedale di Ragusa sia sede di ospedale di riferimento a valenza provinciale, rendendo la decisione dei vertici aziendali quantomeno discutibile non solo in termini di opportunità, ma anche di legittimità.
La preoccupazione è aggravata dal timore che questo sia solo l’inizio. Già si parla, infatti, di un possibile ridimensionamento di un altro reparto, alimentando il sospetto di una strategia più ampia di smantellamento di servizi essenziali.
Il Comitato Civico Articolo 32 lancia un appello alle forze politiche e sindacali “non compromesse con questo assetto gestionale” affinché facciano sentire la propria voce e non assistano passivamente a quello che viene definito l’ennesimo “esempio di scambio politico-affaristico”. La crisi della sanità iblea, secondo Gugliotta, risiede anche nel privilegiare “i vassalli di alcuni ben noti parlamentari che hanno le mani in pasta nella sanità e spostano medi e reparti in funzione delle sollecitazioni clientelari”.
La comunità attende ora risposte chiare e azioni concrete per salvaguardare un servizio sanitario pubblico che rappresenta un pilastro fondamentale per la salute dei cittadini.