
Santa Croce Camerina – Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribaltato le decisioni dei tribunali siciliani in merito all’assegno di mantenimento per una figlia maggiorenne, aprendo un importante precedente per le realtà territoriali con difficoltà occupazionali, come la provincia di Ragusa.
La vicenda riguarda il ricorso presentato dagli Avvocati Michele Savarese e Carlo Giaquinta, difensori di una madre di Santa Croce Camerina, che, in sede di separazione, aveva richiesto il mantenimento per la figlia, all’epoca minorenne e oggi ventenne. Sia il Tribunale di Ragusa che la Corte d’Appello di Catania avevano respinto la richiesta, sostenendo che, una volta raggiunta la maggiore età, la giovane avrebbe dovuto provvedere autonomamente al proprio sostentamento cercando un impiego.
I legali della ricorrente hanno, invece, argomentato con successo di fronte alla Suprema Corte che l’obbligo di mantenimento da parte dei genitori non cessa automaticamente con il diciottesimo anno di età, ma perdura finché i figli non raggiungono una reale indipendenza economica.
L’elemento cruciale che ha convinto la Cassazione a censurare le precedenti sentenze è stata la mancata valutazione, da parte dei giudici siciliani, del contesto socio-economico in cui la figlia vive. La Suprema Corte ha infatti riconosciuto che in una realtà come Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa, le giovani donne incontrano significative difficoltà nell’inserimento nel mondo del lavoro.
Questa pronuncia segna un’importante presa di coscienza da parte della Cassazione riguardo alle disparità territoriali e alle sfide che i giovani, e in particolare le donne, affrontano nella ricerca di occupazione, soprattutto in contesti economicamente fragili come il Sud Italia.
“C’è voluta la Corte di Cassazione,” hanno dichiarato con amarezza gli Avvocati Savarese e Giaquinta, “per attestare una situazione che è sotto gli occhi di tutti. Nella nostra provincia, come del resto in tutto il Sud Italia, l’inserimento nel mondo del lavoro da parte delle giovani donne è difficilissimo. I giudici siciliani non lo sapevano, i giudici di Roma sì.”
Questa sentenza potrebbe rappresentare un punto di svolta per i casi futuri, imponendo ai tribunali di considerare attentamente le specifiche realtà territoriali e le concrete possibilità di impiego prima di negare l’assegno di mantenimento a figli maggiorenni non ancora economicamente indipendenti.