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Storie di donne, passioni e segreti in ‘Sipario siciliano’ di Giuseppe Cerasa

Al centro del racconto emergono storie mai viste o sentite, parte di un patrimonio di emozioni che attraversano quasi 70 anni di vicende italiane
Tempo di lettura: 2 minuti

Passioni, ricordi, piccole storie che rappresentano memorie e vicende collettive. Passioni che descrivono l’anima di un popolo e l’identità più profonda e vera della Sicilia. Giuseppe Cerasa coglie lo spirito dell’isola sviscerandolo in ‘Sipario siciliano’, pubblicato da Aragno editore. Il libro, scrive la romanziera Stefania Auci nella prefazione, mette in scena “piccole istantanee, quadri compositi che raffigurano stralci di vita vera, memorie collettive e ricordi familiari da cui emerge l’immagine di una Sicilia ricca di sfumature”. Al centro del racconto emergono storie mai viste o sentite, parte di un patrimonio di emozioni che attraversano quasi settant’anni di vicende italiane: mondi che si illuminano e certezze che si spengono. Un racconto che si snoda attraverso amori, passioni, riti irrinunciabili, violenze inaudite, diritti calpestati, bagliori rivoluzionari, storie letterarie non sempre scritte eppure descritte con forza e lirismo. E su tutto, come rileva Auci, campeggia la Sicilia che “resta al centro della narrazione, sempre: lo è quando i momenti privati, dai tratti quasi lirici, si alternano ai racconti di impegno civile. Lo è anche nel racconto disincantato e amaro degli anni più difficili per la nostra isola, quelli delle guerre di mafia, dove la politica e malaffare avevano spesso il medesimo volto”. Questo perché “la mafia è il convitato di pietra in ogni evento che coinvolge l’isola”. Speranze e violenze si alternano in queste pagine, vita e morte, luce e lutto, come del resto la storia della Sicilia ha insegnato in questi anni, ispirando e anticipando spesso scenari che si sono imposti a cavallo di due secoli nel mondo. Tra i tanti elementi trattati da Cerasa c’è anche il lungo percorso di emancipazione delle donne siciliane, punto di riferimento essenziale dell’isola. “Personalmente – afferma Stefania Auci – ho apprezzato molto il racconto della faticosa emancipazione delle donne che, dal chiuso delle case di famiglia, sono passate nel mondo del lavoro per esempio attraverso l’insegnamento. Le donne raffigurate da Cerasa sono creature a volte timide, a volte risolute e determinate che hanno vissuto ai margini di un mondo a loro ostile. Eppure sono dotate di coraggio e consapevolezza, e non hanno paura di prendersi le proprie responsabilità o difendere i diritti propri e delle loro famiglie”. Perché le donne, in fondo, sono “la vera spina dorsale della Sicilia”. Un messaggio che, conclude la scrittrice, Cerasa “fa passare in maniera limpida, senza piaggeria”.

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