
“Beati quelli che non hanno visto eppure sono arrivati a credere”. Il tema scelto per la celebrazione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani di quest’anno ci invita a celebrare la fede comune che condividiamo, espressa nel Credo niceno, elaborato 1.700 anni fa durante il Concilio di Nicea. Le letture di questa settimana di preghiera guidano la nostra riflessione sul tema “Tu ci credi?” e, quindi, esaminano in modo pertinente il nostro attuale cammino di seguaci di Gesù.
Le Scritture scelte per la celebrazione ecumenica della Parola di Dio confermano l’amore redentore di Dio, che si manifesta in Cristo, il quale viene nel mondo per camminare con l’intera umanità.
Questo ci apre la possibilità di vivere la nostra vita nella sua signoria e nel suo amore, che creano, liberano e salvano. Ma, poiché siamo quotidianamente sfidati dai venti del secolarismo che tendono a emarginare la presenza viva e amorosa di Dio, abbiamo bisogno, come battezzati, di essere rinnovati nella nostra fede. E questo rinnovamento della nostra fede è necessario, infatti, per il bene del mondo, che Dio ama tanto.La fede nel Nuovo Testamento è definita come la completa fiducia e l’abbandono a Gesù Cristo, il Signore risorto.
Un elemento comune a tutti i cristiani è il nostro impegno a offrirci all’amore di Dio manifestato in e attraverso Cristo. La fede è un dono di Dio attraverso Gesù, e noi costruiamo un rapporto con Dio e con gli altri con una fiducia che va oltre i nostri pregiudizi. Questa unità e fedeltà reciproca in una fede precede ogni altra fedeltà. È a causa della nostra fede in Cristo, con la quale siamo legati, che nessuna potenza può separarci.
Così, poiché nostro Signore Gesù Cristo è l’unico oggetto della fede e della speranza di tutti i cristiani, dobbiamo lasciarci plasmare da Dio nelle nostre relazioni con Lui e tra di noi.
Per concludere, vorrei citare l’apostolo Paolo: “Affinché Cristo abiti nei vostri cuori per mezzo della fede, mentre siete radicati e fondati nell’amore, vi prego di conoscere l’amore di Cristo che supera la conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio” (Efesini 3,17-18).
PREGHIERA:Padre celeste, fa’ che ci rivolgiamo a te mentre cerchiamo di dare un senso alla nostra vita. Amen.
+ Arcivescovo Ian Ernest, ECLJ
Direttore del Centro anglicano di Roma
Rappresentante personale dell’Arcivescovo di Canterbury presso la Santa Sede.
Cappellano del Gran Baliato di Sicilia dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme