
“Pioggia di milioni di euro in Italia per i distretti del cibo, la Sicilia, come spesso accade in queste occasioni, è rimasta a bocca asciutta. Perché? Il governo Schifani ci spieghi, non possiamo sempre essere la Cenerentola d’Italia in tutti i settori, mentre l’economia precipita”.
Lo ha denunciato oggi, nel corso di un intervento a Sala d’Ercole, la deputata M5S all’Ars Stefania Campo, dopo aver appreso la notizia del finanziamento di 11 progetti per altrettanti distretti italiani del cibo per un totale di cento milioni di euro, per supportare lo sviluppo di questi organismi, nati per la promozione delle produzioni locali e la valorizzazione del territorio.
“Sono state finanziate – dice Campo – regioni piccole come l’Abruzzo e il Molise, oppure la Puglia che, con due progetti promossi, ha portato a casa in totale ben 19 milioni di euro che non sono certo bruscolini, mentre la Sicilia, che in ambito agroalimentare dovrebbe poter fare la voce grossa, è rimasta a secco. E tutto questo proprio nei giorni in cui in commissione Attività produttive stiamo discutendo il disegno di legge a mia firma per la promozione dei prodotti agricoli freschi e trasformati che non prevede alcuna copertura economica”.
“Dal governo vorremmo sapere – continua Campo – se i distretti siciliani sono stati informati di questa opportunità e messi nelle condizioni di partecipare, se qualcuno ha partecipato ed è stato escluso o cos’altro. I distretti del cibo sono molto importanti, rappresentano opportunità per ridurre lo spreco alimentare, un volano di sviluppo per le aree rurali, per la valorizzazione del patrimonio enogastronomico, culturale e paesaggistico, per promuovere l’inclusione sociale, l’innovazione della filiera produttiva e per preservare le nostre tradizioni. Dovrebbe essere l’assessorato a stimolarli, aiutarli per poter intercettare somme che portino sviluppo in questa regione o dobbiamo pensare che sono solo scatole vuote come le tantissime che, purtroppo, costituiscono la palla al piede dello sviluppo della nostra isola. Su questa vicenda presenterò un’interrogazione urgente al governo. Vogliamo precise e dettagliate spiegazioni di questo ennesimo schiaffo che arriva ai siciliani”.
5 commenti su “Campo: “Cento milioni per i distretti del cibo in Italia, Sicilia a bocca asciutta””
Sig.ra Campo, lasci stare le sue interrogazioni, tanto questi milioni che ci piange addosso non si sarebbero visti comunque. I soldi non arrivano mai a destinazione e per i fini che vantate. Di tutti i milioni che negli anni avete elargito per questa onorevole causa e tante altre, quante imprese hanno visto quello che fate intendere con le parole?
Ma comunque ogni tanto farsi sentire è importante, ci fa capire che ci tenete veramente ai cittadini.
La siccità in Sicilia è volutamente cronica. Risparmiatevi i disegni…. quantomeno, per non rendere manifesta la vostra inutilità e per non offendere chi il lavoro lo fa veramente. Le scatole vuote sono le vostre, quelle che avete aperto in parlamento quando l’avete occupato… avete fatto razzia, avete eliminato la povertà e la palla al piede all’Italia è la vostra. Il bene non è per i cittadini….. i cittadini sono solo ammorbati da ciarlatani e strilloni, come tutti che si sono rinnovati e sfamati con il fumo acre del loro fiato.
Perché non presenta un’interrogazione sui miliardi che spettano per statuto alla Sicilia e che lo stato trattiene da almeno dieci anni?
La signora Campo ora chiede al governo , ha aspettato che la Sicilia perdesse questi contributi per poi fare le Lamentazioni in parlamento, il tutto per fare qualche punto ,
Se avesse avuto a cuore la Sicilia e i Siciliani doveva strillare prima per dare la sveglia a Schifani e company .
Apportunisti e sciacalli .
@Amo Fricintini
A Repubblica ‘nta l’ edizione palemmitana (ri ieri), parra ri n’ementamentu pi pigghiari duttura, ma senza cuncussu (o solitu, è a lista a stanu inchiennu china ri nomi ri amici e coccarunu macari parienti ri boss mafiusi.
Anzetta cu lu prisintau st’ementamentu?
Sfozziti ca c’arriniesci…
Mi scurdavu, pensa se ti sienti mali e si curatunri ri nu dutturi asinu, ma raccumannatu