Un rapporto della Yale University nella città di New Haven in Connecticut, rivela che se la Cina continuerà le sue attuali politiche repressive nello Xinjiang, vedrebbe minacciata la stessa esistenza dell’identità uigura. “La persecuzione sistematica della popolazione uigura in Cina non è certo un segreto, ma continuiamo a scoprire sempre di più sulla profondità e sull’estensione del fenomeno repressivo”, ha dichiarato David Simon, direttore del Programma di Studi sul Genocidio dell’Università di Yale. «Questo rapporto mostra fino a che punto una politica di incarcerazione di massa è stata utilizzata non solo per silenziare gli oppositori del regime, ma anche per minacciare la stessa esistenza dell’identità uigura». Il Partito Comunista Cinese (PCC) ha rinchiuso gli uiguri e altri gruppi musulmani minoritari in campi di internamento nella sua regione occidentale dello Xinjiang, con il pretesto di «combattere l’estremismo». Gli studiosi hanno stimato che dal 2017 al 2021, circa 500mila uiguri, che la Procura Popolare dello Xinjiang ha dichiarato di aver perseguito, resteranno sotto chiave, ognuno per circa 8-9 anni. Hanno sottolineato, però che il database, è incompleto, e che i numeri reali sarebbero molto più significativi, stimati in un milione di persone incarcerate. I detenuti nei campi sono soggetti a lavoro forzato, torture, indottrinamento politico, aborto forzato e altri trattamenti disumani. «Spostare forzatamente centinaia di migliaia di individui uiguri dalle comunità del popolo uiguro, comprometterà gravemente l’integrità del loro popolo e il loro poter continuare a sopravvivere come gruppo», si legge nel rapporto. «Quasi il 90 per cento dei registri penali nello Xinjiang, non sono pubblici, il che significa che i registri di centinaia di migliaia di uiguri di cui si sa essere stati incarcerati non erano disponibili per il contesto di questa analisi». I ricercatori hanno affermato che gli uiguri affrontano quello che chiamano «interdizione etnica», il che significa che singoli uiguri possono sopravvivere, ma la «comunità collasserà e il danno diventerà irreversibile». Sia l’amministrazione Biden, e ancora prima quella di Trump, hanno stabilito che le politiche repressive del regime nello Xinjiang costituiscono una forma di genocidio. Inoltre il rapporto offre raccomandazioni per fermare la persecuzione degli uiguri da parte del PCC, incluso l’appello agli Stati membri delle Nazioni Unite di «attivare tutti i meccanismi di responsabilità per forzare la Cina al cambiamento». Chiede inoltre al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite e all’Ufficio dell’Alto Commissario ONU di «adottare una posizione collettiva» contro la persecuzione. «Speriamo che questo rapporto non solo contribuisca alla documentazione in corso dei crimini contro l’umanità e del genocidio, ma rappresenti un campanello d’allarme per i Paesi che, per quasi un decennio, sono rimasti spettatori di fronte all’influenza economica della Cina», ha dichiarato Rayhan Asat, avvocato uiguro difensore dei diritti umani.
3 commenti su “Partito Comunista Cinese: Uiguri nemici… di Giannino Ruzza”
In Cina vi è una persecuzione in corso anche contro i cristiani
Le persecuzioni sono sempre il fallimento dell’essere umano in quanto tale. Questo vale per gli uiguri, per gli ebrei, palestinesi armeni ecc.
Seppure i cinesi come detto in altre circostanze non mi stanno particolarmente simpatici, non mi piace il doppiopesismo che usano gli americani con i cagnolini dietro. Come mai non ho sentito o letto di questa Yale University per il popolo palestinese? O questo David Simon perchè non parla dei numeri di morti (non di carcerati o detenuti) nella striscia di Gaza ove mai si erano visti tanti “morti” civili in così poco tempo? Oppure come mai invocano la Nazioni Unite quando invece per Gaza vengono additati come sostenitori dei terroristi?
Ma capisco che oggi fare giornalismo e dare le notizie non è un compito facile, senza che vi accorgete usate i doppi standard e rischiate di mettervi in una posizione ridicola.
Ovviamente nulla di personale Dott. Ruzza, le sue anche se giornalista sono opinioni.
La Cina è un monolite impenetrabile
Guai a non uniformarsi al partito e al pensiero unico
Il tutto per permettere a chi arriva al potere di reprimere qualsiasi idea diversa e ribellioni .
Piazza Thienamen bagnata dal sangue di migliaia di giovani studenti e la, a fare da monito .