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Prete condannato per violenza sessuale su minori. “Omissioni del Vescovo”

Tempo di lettura: 2 minuti

Ci fu condotta coscientemente colposa da parte del vescovo della Diocesi di Piazza Armerina, Mons. Rosario Gisana, modicano: “Tale condotta rende legittima la condanna al risarcimento del danno a carico della Curia, nella sua qualità di responsabile civile per i pregiudizi cagionati da padre Rugolo. La Curia, nella persona del vescovo, ometteva con ogni evidenza qualsivoglia seria iniziativa a tutela dei minori della sua comunità e dei loro genitori nonostante la titolarità di puntuali poteri/doveri conferiti nell’ambito della rivestita funzione di tutela dei fedeli, facilitando l’attività predatoria di un prelato già oggetto di segnalazione».

Lo si legge nelle motivazioni della sentenza che ha disposto la condanna a quattro anni e sei mesi, lo sorso 5 marzo, per il sacerdote Giuseppe Rugolo per violenza sessuale aggravata a danno di minori. Il deposito delle motivazioni, previste per il 5 giugno, arrivano dopo 137 giorni ma confermano l’impianto accusatorio che la Procura di Enna ha sostenuto contro Rugolo.

Si tratta di 222 pagine dalle quali emerge con chiarezza che la vittima – che ha denunciato – «ha mostrato particolare lucidità, coerenza e logicità, offrendo un’articolata e originale narrazione in termini congrui rispetto ai fattori spazio-temporali in cui i fatti denunciati vanno necessariamente collocati».

Dunque, la vittima, è stata ritenuta credibile come anche gli altri giovani, per i quali il Tribunale ha accertato la violenza sessuale mentre ancora erano minorenni. Secondo il collegio giudicante, presidente Francesco Paolo Pitarresi e giudici Elisa D’Aveni e Maria Rosaria Santoni, quest’ultima giudice estensore, il vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, avrebbe facilitato, con il suo comportamento, gli abusi perpetrati dal sacerdote.

E aggiungono che «la condotta coscientemente colposa da parte del vescovo Rosario Gisana rendono legittima la condanna al risarcimento del danno della Curia nella sua qualità di responsabile civile per i pregiudizi cagionati da padre Rugolo». Le parti ora hanno 45 giorni per proporre un eventuale Appello

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9 commenti su “Prete condannato per violenza sessuale su minori. “Omissioni del Vescovo””

  1. Orazio ispettore privato

    Visto che le vittime erano così svegli e intelligenti da riportare i fatti con logica coerenza e lucidità , non si ben capisce , con quali argomentazioni e arti persuasive possa essere stata presentata la proposta della “supposta” sovradimensionata. Comunque il danno immateriale mai potrà essere quantificato , trattandosi di persona rivestite di un ruolo e una funzione pedagogico educativa , come la lesione fisica. Non dissimile dei gravi reau di nduzione e sfruttamento della prostituzione minorile, su cui si dovrebbe a mio avviso indagare sempre considerando il grave danno prodotto a tutto ” l ‘impianto”etico e morale della società

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  2. Cosa non ci si inventa per distrarre danari, distrarre l’opinione pubblica. Quante false condanne e quante calunnie!

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  3. In Italia e nel Mondo ristrette cerchie di preti ne hanno combinate di cotte e di crude a danno di minori. Di abusi come questi ne sono stati documentati decine di migliaia in tutti i Continenti. Poi, quando emergevano criticità il parroco del paese/città segnalava i misfatti alla Curia locale che provvedeva a trasferire i preti pedofili in altre parrocchie. Ma sappiamo che l’aria di una nuova sede non cambia il pedofilo che rimane tale ognidove..

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  4. Commento..e’ che volenti o dolenti tutto torna a Galla e tutto.lo sanno tutti..questa e’ la luce..poi tantissimi non la vedono ma sono ciechi. Qualcuno ddi questi burattini paga x tutti. Gli altri non sono certo impuniti. Sono malati a vita

  5. Orazio ispettore privato

    Per il fatto specifico necessita aspettare tutti i gradi di giudizio che potrebbero ribaltare la sentenza. Ma in generale si può solo supporre di prove testimoniali e riscontri. Ma in generale non si ben capisce perché i casi a livello globale riguardino sempre minori dello stesso sesso , quindi peccato contronatura, secondo la morale cattolica e il catechismo della chiese cattolica . Forse ci vorrebbero più diaconi e meno preti , nel senso che questi ultimi dovrebbero dar prova di una solida vocazione , “..Chi si mette all ‘aratro e poi si volta indietro non è adatto al regno di Dio ..”. Una volta ho letto di un frate psicologo che aveva una suora in terapia e ha ritenuto ” terapizzarla ” a modo suo , a questo punto ci dovrebbero essere possibilità molto libere e snelle per lasciare l ‘abito , quando si ritenesse di non poterlo portare, ma restare a servire come diaconi , mentre che dire dei sacerdoti anglicani gia’ sposati che decidono di entrare nella chiesa cattolica ? Si dovrebbero scrivere inoltre manuali e trattati per vivere la castità o proporne una vasta e lunga bibliografia. Insistere molto su questo aspetto durante la formazione e raffinare le metodologie di discernimento della reale vocazione sacerdotale.

  6. Il peccato sessuale è quello che porta più anime all ‘ inferno .A quanto pare nella parte più bassa dell ‘ inferno ci sono le anime di preti e prelati , che hanno tradito la loro vocazione per peccati di avidità o lussuria , come aquile cadute dall ‘alto perché sottoposte a estenuanti e raffinate tentazioni.

  7. Io mi chiedo, come mai la preda anche se minorenne non riesce a svincolarsi?? E come mai si denuncia dopo tanti anni?? Forse si lucra?? E come mai un prete con dei precedenti viene trasferito?? L’orientamento sessuale, in questo caso la pedofilia, è un istinto che rimane per sempre, quindi il trasferimento rischia di fare altre vittime. Naturalmente sono mie opinioni personali. E poi una persona è condannata dopo i tre gradi di giudizio. Quindi tutto si può ancora ribaltare. Rimane solo il dispiacere nel leggere fatti di questo genere se confermati.

  8. @Gino
    Non si parla di un furto in abitazione, che scoperta l’intrusione, se ne va in caserma a denunciare.
    È una violenza sessuale a danno di una persona che all’epoca dei fatti era minorenne, che darà la giovane età, non aveva la consapevolezza di quanto gli capitava e che quando ha iniziato ad averla, subentrava tutto un processo psicologico che inibiva la rivelazione di quegli atti, vuoi per paura, vuoi per vergogna o altro.
    Poi si cresce e si acquisisce fiducia in sé stessi e si è più forti psicologicamente tanto da riuscire a superare quel blocco mentale e rivelare questo crimine.
    Ovviamente non è che uno denuncia e la parte avversa viene prontamente arrestata..
    No, non funziona così, ma vengono svolte le indagini per provare quanto riferito dalla presunta vittima corrisponde a realtà.
    Il fatto che l’alto pelato abbia, in qualche modo ostacolato le indagini con la sua reticenza e/o falsa testimonianza, già di per sé è una ammissione di colpa.
    È vero che vi sono i tre gradi di giudizio, ma è vero anche, che se uno si sente innocente, perche scappare anziché provarlo con forza e senza sotterfugi, così come stà facendo in questi giorni Alberto Stasi già condannato per il delitto di Garlasco?

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